Colazioni di sangue
Carl decide di trasformare la casa ereditata dall’odiata nonna, posta sotto un cavalcavia, in un bed & breakfast. Per aprire l’attività è costretto a rivolgersi all’abietto assessore Clemente Travaglio e decide di ascoltare, nell’avvio della gestione, i consigli di Kareem, un venditore ambulante.
Un’impresa apparentemente destinata al fallimento, come la vita del protagonista, sempre indeciso e indefinito nella propria identità; incertezza che caratterizza anche i suoi clienti, in una crisi di personalità che è specchio grigio del nostro presente concitato e programmato. Ma gli ospiti, che a loro modo rievocano frammenti del passato di Carl, spariscono, lasciandosi alle spalle automobili, bagagli e Django, il cane che diventerà suo fedele e maltrattato compagno.
Noir psicologico avvincente, Blood & breakfast va alla radice del Male, alla sua banalità e alla sua diffusione, e ha come ascendenti nobili i romanzi Psycho di Robert Bloch e Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij, pur discostandosene ampiamente.
Riccardo de Torrebruna imbastisce la trama con consumato mestiere e attenzione al dettaglio, e ci appassiona a una vicenda singolare fino a sorprenderci con un finale tutt’altro che scontato. Un libro scritto col bisturi che incide come un’esperienza.