Malum vincit omnia
Dieci racconti. Surreali, grotteschi, raccapriccianti, drammatici. In alcuni casi umoristici, ma di quell’umorismo macabro che fa stridere i nervi come un gesso sulla lavagna. Perché, per lo più, l’umanità rappresentata da Andrea Scarscelli è da brivido, pervasa dal male o, per lo meno, da un malessere profondo. In queste storie incontriamo psicologi, doppie personalità, macellai imprevedibili, assassini istituzionalizzati, varianti del patto con diavolo, bombe e uova senzienti, mal di testa, disattenzioni fatali e tanto altro.
La fantasia dell’autore non scarseggia e la sua scrittura è efficace anche se acerba, con dialoghi fulminanti e descrizioni precise. Nonostante una colpevole mancanza di editing e di correzione delle bozze, la raccolta scorre veloce pur costringendo il lettore a riflettere, e trova il proprio compimento nel racconto “L’innocenza del carnefice”, il migliore fra quelli proposti, che declina il male in maniera obliqua, così che chiunque vi si possa identificare: una storia esemplare e difficile da dimenticare, un piccolo capolavoro.
Scarscelli è ben cosciente del tempo in cui viviamo e lo rappresenta con lucida cognizione di causa.