La raccolta si compone di novantatré ballate, scritte da Barbara Garlaschelli fra 2004 e 2016. Ballate che non osano definirsi “poesia”, pur essendo atto poetico che incide nelle emozioni e nell’animo più intensamente di tanti osannati “versi”. E “intensità” è la parola chiave di questi componimenti che parlano di amore, di morte, di separazioni e, soprattutto, del corpo, di quel corpo che cambia restando se stesso. Testi che richiedono ascolto, non solo mentale ma anche interiore, perché Ascoltare è tenere aperti i sensi. È accogliere.
Molteplici sono i temi trattati, dall’identità alla femminilità, dall’armonia all’abuso, dalla delicatezza alla violenza, dalla coscienza alla ribellione; e tutti rimangono scolpiti nella mente e nel cuore, perché Barbara Garlaschelli sa molto bene che cosa è il dolore, e di conseguenza sa altrettanto bene che cos’è la gioia; senza questi opposti non ci sarebbe equilibrio, nemmeno quello sapiente che l’autrice milanese sa dare alle proprie parole, pesate e pensate con accuratezza nitida e tagliente.
Un libro rilevante e indimenticabile.