Anne Tyler – Una spola di filo blu

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Abby Whitshank sogna una famiglia perfetta e una vita fantastica in cui tutto vada secondo la sua lungimirante saggezza da assistente sociale: è così presa dal proprio sogno da non accorgersi che, invece, la sua è una famiglia come tutte le altre, con figli gelosi, rancori mai sopiti, incomprensioni e sentimenti contrastanti,

Una spola di filo blu racconta, attraverso lunghi flashback, tre generazioni della famiglia Whitshank, a partire dalla giovinezza di Junior, falegname e costruttore, intrappolato in una casa che non sente sua ma alla quale ha dedicato la vita, nonché in un matrimonio non esattamente desiderato con una donna devota ma lontana dalla sua mentalità; in seguito, il racconto si focalizza su Red e Abby, la cui storia d’amore potrebbe far pensare alla trama di un film per la tv, sebbene Abby stessa non osi confessare che Red è stato un ripiego; l’ultima parte, infine, prende in esame le vite dei quattro figli, ognuno impegnato nella faticosa lotta per affermare la propria individualità lontano da quella madre così perfetta e così inconsapevolmente egoista.

Il romanzo di Ann Tyler punta sugli argomenti classici della narrativa più recente: la vita familiare e i suoi numerosi aspetti, l’analisi dei legami tra i membri e la loro genesi, attraverso una narrazione fatta di vita quotidiana e flashback. Ottima analisi psicologica dei personaggi, un po’ pesante il ritmo della seconda parte, ma lettura molto gradevole.

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