Ridendo e scherzando

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Marco Aleandri, ormai l’abbiamo capito, è il nome de plume di Vittorio Sindoni, siculo di Capo d’Orlando (1936), esperto in commedie grottesche, autore televisivo e teatrale, abile confezionatore di tv movie. Pare che Sindoni abbia usato questo pseudonimo solo per Ride bene … chi ride ultimo (1977) e per Ridendo e scherzando, due riuscite pellicole comiche a episodi. Diciamo che la seconda è meno compiuta della prima, come tutti i sequel, anche se – di questi tempi – viene da rimpiangere simili commedie. Il meglio degli interpreti comici del nostro cinema (Bramieri, Salce, Chiari, Satta Flores…) alle prese con cinque soggetti scritti e sceneggiati da Aleandri/Sindoni, quasi tutti in puro stile commedia sexy, a parte il segmento calcistico-teatrale con Satta Flores e Laurito.

Luciano Salce è il sessuomane notaio Sartori in Nozze d’argento, con la moglie Didi Perego che gli regala per una notte una coniglietta di Playboy (Licinia Lentini), rivista che il marito legge di nascosto, mentre lei se la spassa con il bel Ciro (Capucci) in un alberghetto di infimo ordine. Scandalo assicurato con il finale della pochade in questura, come da tradizione in piena bagarre, a schiaffi in faccia al posto delle torte.

Stefano Satta Flores ne I corpi separati è il contrabbandiere napoletano Michele Sintona, che vorrebbe andare a vedere la partita del Napoli contro la Juventus ma viene trattenuto in casa dalla moglie (Marisa Laurito), dalla figlia innamorata, infine da polizia, carabinieri e guardia di finanza che lo vogliono arrestare perché scambiato per il faccendiere Michele Sindona. Niente sesso in questo segmento ma grande ironia e straordinaria prova d’attore da parte di Satta Flores (mancato troppo presto), ben coadiuvato da Marisa Laurito, disperata moglie partenopea in attesa di un figlio. Pura commedia degli equivoci in salsa napoletana. Aleandri non perde l’occasione per ironizzare sulla polizia italiana divisa in tre corpi in perenne conflitto di competenze. La bagarre finale è tra i tre ispettori che indagano.

Per favore ammazzami il marito è l’episodio più debole. Interpretato da Macha Méril, Fiorenzo Fiorentini e Carlo Hintermann, racconta la crisi coniugale tra un arricchito burino romano e una bella moglie americana, ex ballerina di night, che rimpiange l’Oregon. Fiorentini è il cameriere che dovrebbe uccidere il marito, ma non ci riesce; meglio così, perché alla fine la coppia si riappacifica. Pure qui molte sequenze da commedia sexy e da commedia degli equivoci, ben diluite in una storia fin troppo esile.

Melodramma della gelosia è un testo molto teatrale dotato di un buon colpo di scena finale, perché lo spettatore scopre solo nell’ultima sequenza che la moglie (Olga Karlatos) non ha per amante un capitano dei carabinieri (Enrico Simonetti), ma tutto è organizzato con la complicità del marito (Walter Chiari) per riaccendere la fiamma della passione. Farsa teatrale con risvolti sexy. Simonetti lascia il ruolo principale da musicista (sua la colonna sonora) per calarsi nelle vesti metacinematografiche di un attore che interpreta un attore.

L’ultimo episodio – Costi quel che costi… – è il più sexy, anche perché l’interprete femminile è una conturbante Orchidea De Santis, hostess dai prezzi altissimi per una ricca clientela ogni volta che il marito (Della Casa) si assenta. Gino Bramieri è un portiere allupatissimo che non perde occasione per spiare le grazie della bella condomina e vorrebbe trovare il modo di portarsela a letto, a qualsiasi prezzo. La battuta finale sa di già visto in un precedente film di Dino Risi (Vedo nudo), perché il portiere paga la prestazione erotica della donna con i soldi avuti in prestito dal marito.

Cinque storie dotate di buon ritmo, divertenti e ricche di topoi della commedia sexy (serrature, sguardi rubati, gonne che si alzano, giarrettiere, conigliette di Playboy nel letto…), con riferimenti alla tradizione classica della commedia degli equivoci, della pochade e della farsa plautina.

Da riscoprire.


Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Marco Aleandri. Fotografia: Alfio Contini. Montaggio: Angelo Curi. Musiche: Enrico Simonetti. Scenografia, Costumi: Massimo Lentini. Trucco: Giulio Mastrantonio. Casa di Produzione: Megavision spa. Durata: 90’. Genere: Commedia. Interpreti: Nozze d’argento – Luciano Salce, Liciani Lentini, Armando Bandini, Didi Perego, Fabrizio Capucci, Renato Lupi, Bruno Scipioni, Sofia Lusy. I corpi separati – Stefano Satta Flores, Marisa Laurito, Carlo Sabatini, Sergio Ciulli, Ezio Marano. Per favore ammazzatemi il marito – Fiorenzo Fiorentini, Macha Méril, Carlo Hintermann (doppiato da Aldo Barberito). Melodramma della gelosia – Walter Chiari, Olga Karlatos, Enrico Simonetti. Costi quel che costi – Gino Bramieri, Orchidea De Santis, Roberto Della Casa, Adolfo Belletti. Anno: 1978
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Gordiano Lupi (Piombino, 1960), Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz e ha pubblicato numerosissimi volumi su Cuba, sul cinema e su svariati altri argomenti. Ha tradotto Zoé Valdés, Cabrera Infante, Virgilio Piñera e Felix Luis Viera. Qui la lista completa: www.infol.it/lupi. Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come "Cominciamo bene le storie di Corrado Augias", "Uno Mattina" di Luca Giurato, "Odeon TV" (trasmissione sui serial killer italiani), "La Commedia all’italiana" su Rete Quattro, "Speciale TG1" di Monica Maggioni (tema Cuba), "Dove TV" a tema Cuba. È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche in Italia e Svizzera per i suoi libri e per commenti sulla cultura cubana. Molto attivo nella saggistica cinematografica, ha scritto saggi (tra gli altri) su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, Storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa: "Calcio e Acciaio - Dimenticare Piombino" (Acar, 2014), anche Premio Giovanni Bovio (Trani, 2017), "Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano" (Historica, 2016), "Sogni e Altiforni – Piombino Trani senza ritorno" (Acar, 2019).

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