La mia banda suona il pop

0
239

A parte Notte prima degli esami (entrambi i film), credo di non essere mai riuscito ad apprezzare un lavoro di Fausto Brizzi. La mia banda suona il pop non fa eccezione alla regola, purtroppo, anche se l’idea è abbastanza originale e gode della presenza di buoni interpreti.
Tony (De Sica), Lucky (Ghini), Micky (Finocchiaro) e Jerry (Rossi) hanno fatto furore negli anni Ottanta con la band dei Popcorn e un motivetto che andava di gran moda, poi si sono sciolti per liti interne e sono caduti in disgrazia. Tony canta per i camorristi ai matrimoni, Lucky si fa mantenere da una moglie annoiata e gestisce un negozio, Micky è alcolista e lavora in una televisione privata in un programma di cucina, Jerry fa l’artista di strada e non ha un soldo in tasca. Franco (Abatantuono), il loro vecchio manager, pare aver azzeccato il colpo della vita grazie a Olga (Stefanenko), che organizza un rientro in grande stile dei Popcorn a San Pietroburgo, dove un magnate russo vuole festeggiare il suo cinquantesimo compleanno.
Mi fermo con la trama perché a questo punto parte un’imprevedibile (quanto raffazzonata) sceneggiatura gialla, si viene a sapere che il concerto è un trucco per compiere un furto ai danni del magnate e i vecchi cantanti cercano di mettere le mani sul malloppo prima di Olga. Doppio finale a sorpresa, con il consiglio di seguire i titoli di coda, perché il vero colpo di scena si nasconde in mezzo ai nomi che scorrono e alla simpatica canzoncina della sigla finale.

La cosa migliore del film è la colonna sonora (bravo Bruno Zambrini!), basata su imitazioni di brani anni Ottanta, tra i quali spicca Semplicemente complicata e il refrain Tu turuturù, composta e interpretata dal quartetto di attori principali, pezzo forte degli improbabili Popcorn.

Girato tra Roma e San Pietroburgo con grande spiegamento di mezzi e risorse, buone riprese e discreta fotografia russa, ma sceneggiatura che – a parte l’idea di partenza – sa di già visto e di già detto, con dialoghi improntati alla battuta facile e volgare, così come non ricordiamo situazioni memorabili.

Attori bravi, da Abatantuono a Ghini, passando per Finocchiaro e Rossi, con un De Sica in gran forma. Forse soltanto loro (con le buffe parrucche e il trucco con cui vengono acconciati) e la divertente colonna sonora riescono a salvare un film che nei momenti migliori ricorda i vecchi musicarelli, persino le commedie musicali, peccato che con il passare dei minuti si perda in una trama da thriller comico che finisce per annoiare.

La mia banda suona il pop è consigliato per una serata in famiglia davanti al televisore, in fondo si tratta del solito television-movie. Grande successo di pubblico, comunque, quindi Brizzi avrà ragione lui, credo. Scrive per il pubblico quel che il pubblico vuol vedere. E non è una considerazione che fa stare allegri…


Regia: Fausto Brizzi. Paese di Origine: Italia. Anno: 2020. Durata: 95’. Genere: Commedia musicale. Soggetto e Sceneggiatura: Fausto Brizzi, Marco Martani, Edoardo Falcone, Alessandro Bardani. Fotografia: Gino Sgreva. Montaggio: Luciana Pandolfelli. Musiche: Bruno Zambrini. Scenografia: Pasquale Tricoci. Costumi: Elena Minesso. Trucco: Federica Bastreghi. Produttore: Luca Barbareschi. Produttori Esecutivi: Claudio Gaeta, Giulio Cestari. Casa di Produzione: Casanova Multimedia. Distribuzione (Italia): Medusa Film. Interpreti: Christian De Sica (Tony), Massimo Ghini (Lucky), Angela Finocchiaro (Micky), paolo Rossi (Jerry), Natasha Stefanenko (Olga), Rinat Khismatouline (Vladimir Ivanov), Diego Abatantuono (Franco Masiero), Filippo Bianco (Tony giovane), Leonardo Ghini (Lucky giovane), Elisa Nardini (Micky giovane), Michele De Girolamo (Jerry giovane), Anna Ammirati (Mirella).
SHARE
Articolo precedenteCormac Mc Carthy – Suttree
Articolo successivoGeorge Mackay Brown – Un’estate a Greenvoe
Gordiano Lupi (Piombino, 1960), Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz e ha pubblicato numerosissimi volumi su Cuba, sul cinema e su svariati altri argomenti. Ha tradotto Zoé Valdés, Cabrera Infante, Virgilio Piñera e Felix Luis Viera. Qui la lista completa: www.infol.it/lupi. Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come "Cominciamo bene le storie di Corrado Augias", "Uno Mattina" di Luca Giurato, "Odeon TV" (trasmissione sui serial killer italiani), "La Commedia all’italiana" su Rete Quattro, "Speciale TG1" di Monica Maggioni (tema Cuba), "Dove TV" a tema Cuba. È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche in Italia e Svizzera per i suoi libri e per commenti sulla cultura cubana. Molto attivo nella saggistica cinematografica, ha scritto saggi (tra gli altri) su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, Storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa: "Calcio e Acciaio - Dimenticare Piombino" (Acar, 2014), anche Premio Giovanni Bovio (Trani, 2017), "Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano" (Historica, 2016), "Sogni e Altiforni – Piombino Trani senza ritorno" (Acar, 2019).

Lascia un commento

Scrivi un commento
Per favore inserisci qui il tuo nome

inserisci CAPTCHA *