Havana Kyrie

0
343

Havana Kyrie è davvero un buon film che unisce una piccola storia a una scenografia sontuosa, riprese ispirate e fotografia color pastello che immortalano una Cuba autentica e palpitante – niente a che vedere con certi sottoprodotti italiani che spesso mistificano la realtà caraibica a loro uso e consumo.

Paolo Consorti è un regista atipico, più artista puro che uomo di cinema, sa fare bene l’uno e l’altro, e mette tutta la sua arte al servizio della macchina da presa, confezionando uno dei suoi rari lungometraggi con passione e amore. Idea di Franco Nero (che fa anche da produttore) ed è l’interprete ideale per un ruolo che gli è valso molti premi come miglior attore, anche se accanto a lui recitano due mostri sacri come Jorge Perugorría (il tassista Lucas) e il grande Ron Perlman (il padre adottivo di Victor).

Franco Nero presta il suo volto e uno sguardo intenso da uomo pieno di rimpianti alla figura di un grande direttore d’orchestra (Vittorio De Bellis) che si è giocato la carriera con un gesto inconsulto al teatro di Pesaro, abbandonando la scena a metà esibizione. Cuba è l’occasione per la sua riabilitazione, perché viene chiamato a dirigere un coro di ragazzi che deve interpretare il Kyrie Eleison di Rossini, cosa che all’inizio non lo appassiona per niente. Vittorio ha un conto in sospeso con Cuba, dove ha vissuto un grande amore giovanile, da tempo abbandonato, che ritrova, scoprendo anche di avere un figlio (Victor, interpretato dal figlio di Perugorria, Andros), attore comico che mette in burla le direzioni d’orchestra del padre, per lui un mito. Vittorio si rappacifica con l’isola caraibica, esce trasformato da questa esperienza, rivede il figlio, alla fine l’abbraccia e si converte persino alla musica cubana quando mette in scena con i ragazzi del coro un Kyrie Eleison in versione caraibica.

Havana Kyrie è distribuito da RaiPlay; visto in Prima Visione televisiva su Rai Movie il 2 agosto 2023, non è stato promosso a sufficienza in Italia, ma ha vinto il Chicago Indie Film Awards (2020), lo Short Long World Festival in Argentina (2021), il Festival di Salerno (2021) e il San Antonio Film Indipendent Film Festival (2021). Franco Nero ha ricevuto molto premi: Stoccolma, Siena, Montreal, Matera, Salerno.

Il valore aggiunto della pellicola è un grande attore come lui, che mostra identica espressione dolorosa che aveva in Keoma, un uomo che torna sulle ceneri del suo passato, ma questa volta ne esce cambiato, sorridente, allegro, pronto ad affrontare di nuovo la vita.
L’Avana è uno scenario straordinario, la fotografia viene da sola (Germano è comunque bravo): impossibile sprecare dei colori naturali stupendi, dai tramonti ai notturni, passando per le passeggiate sul Malecón e i silenzi di fronte all’Oceano.
Ottima la colonna sonora di Aielli, un mix di musica classica e di sonorità cubane –  tra l’altro molto originale la parte in cui i personaggi si muovono in un crescendo rossiniano, con il girato che procede al ritmo della sinfonia.

Tecnica di regia sopraffina, non c’è un errore di ripresa, l’uso del piano sequenza è equilibrato e ispirato, primissimi piani notevoli, campi e controcampi curati nei minimi dettagli. Se si vuol trovare un difetto sta nella confezione televisiva (ma il prodotto era destinato al piccolo schermo), nel taglio da telenovela quando giunge il momento della riconciliazione con il figlio (forse dovuto alla commerciabilità cubana) e in alcuni dialoghi troppi carichi di pathos e di retorica.

Il film è permeato di cultura cubana e le maestranze tecnico-artistiche sono così ben miscelate da poter considerare Havana Kyris un prodotto italo-cubano.
Location del film: Pesaro e L’Avana, ben alternate da un montaggio non consequenziale (Notario) che procede per salti temporali e flashback ben inseriti nel contesto della storia narrata in presa diretta.
Contributo del MIBACT, una tantum ben dato. Rai Movie nel promuove cinema italiano di qualità, a partire dal ciclo Mai visti prima. Havana Kyrie è addirittura un prodotto a distribuzione esclusiva RaiPlay. Un film da vedere senza mezzi termini.


Regia: Paolo Consorti. Soggetto: Paolo Consorti, Alfredo Mazzara. Sceneggiatura: Alfredo Mazzara. Fotografia: Dario Germani. Montaggio: Niccolò Notario. Musiche: Danilo Aielli. Scenografia: Gianni Quaranta, Maikel Alejandro Gonzales Paez. Costumi: Kirena Reguera Marquez. Trucco: Orelmis Betancourt, Pavel Marrero. Produttori: Gabriel Beristain, Gianluigi Gasperini, Sasha Rodriguez, Franco Faggiani, Franco Nero. Produttore Esecutivo: RTV Commercial. Case di Produzione: Vedado Films, Opera Totale. Distributore (Italia): RaiPlay. Lingua Originale: Spagnolo. Paesi di Produzione: Cuba, Italia (2019). Durata: 100’. Genere: Drammatico. Interpreti: Franco Nero (Vittorio De Bellis), Ron Perlman (Henry), Jacqueline Arenal (Isabel Orellanes), Jorge Perugorría (Lucas), Kriemhild Maria Siegel (Hanna Kramer), Andros Perugorría (Victor), Yerlin Pérez (Mendoza), Zuzana Reyes (Host), Cheryl Zaldivar (Rosita),  Luca Lionello (Raimondo), Jorge Luis Lopez (Rino), Bárbaro Marín (padre di Ramon), Federico Pacifici (Direttore Scala di Milano).
SHARE
Articolo precedenteGiuseppe Pantò – Area zero
Articolo successivoAnthony Berkeley Cox – Il caso dei cioccolatini avvelenati
Gordiano Lupi (Piombino, 1960), Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz e ha pubblicato numerosissimi volumi su Cuba, sul cinema e su svariati altri argomenti. Ha tradotto Zoé Valdés, Cabrera Infante, Virgilio Piñera e Felix Luis Viera. Qui la lista completa: www.infol.it/lupi. Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come "Cominciamo bene le storie di Corrado Augias", "Uno Mattina" di Luca Giurato, "Odeon TV" (trasmissione sui serial killer italiani), "La Commedia all’italiana" su Rete Quattro, "Speciale TG1" di Monica Maggioni (tema Cuba), "Dove TV" a tema Cuba. È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche in Italia e Svizzera per i suoi libri e per commenti sulla cultura cubana. Molto attivo nella saggistica cinematografica, ha scritto saggi (tra gli altri) su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, Storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa: "Calcio e Acciaio - Dimenticare Piombino" (Acar, 2014), anche Premio Giovanni Bovio (Trani, 2017), "Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano" (Historica, 2016), "Sogni e Altiforni – Piombino Trani senza ritorno" (Acar, 2019).

Lascia un commento

Scrivi un commento
Per favore inserisci qui il tuo nome

inserisci CAPTCHA *