Margin Call esplora i giorni che precedono il crollo finanziario del 2008 attraverso gli occhi di alcuni degli uomini che lavorano in una grande banca di investimento. In particolare il film segue la storia di Peter Sullivan (interpretato da Zachary Quinto), un giovane analista che scopre che la società per cui lavora sta per crollare a causa di una serie di investimenti rischiosi. La società decide di scaricare i propri rischi su altre banche, mettendo a rischio l’intero sistema finanziario.
Il cast del film è straordinario, con grandi attori come Kevin Spacey, Jeremy Irons, Demi Moore e Stanley Tucci, e la sceneggiatura di Chandor, intelligente e ben scritta, offre un’analisi dettagliata e spietata dell’avidità e dell’immoralità nell’industria finanziaria. La regia, semplice ma efficace, crea un’atmosfera claustrofobica all’interno degli uffici della banca e mantiene una tensione costante durante tutto lo svolgimento della vicenda. La colonna sonora di Nathan Larson, molto discreta, è impeccabile nel creare la giusta atmosfera per ogni scena.
Chandor non cerca di giudicare o di dare lezioni, ma si limita a esplorare le conseguenze del crollo e di come le decisioni di pochi “eletti” si ripercuotano su tutti grazie a un sistema finanziario globale interconnesso e interdipendente.
In un’epoca in cui le crisi economiche sono sempre più frequenti e l’industria finanziaria continua a essere critica e controversa, Margin Call rappresenta un’ importante lente attraverso la quale osservare le problematiche dell’economia globale e il ruolo di banche e investitori nella creazione e nella gestione della ricchezza. Inquietante e attuale.