Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante

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Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante è un film straordinario e provocatorio diretto dal regista britannico Peter Greenaway, che osa sfidare gli spettatori con una trama audace e una messa in scena suggestiva: una vera e propria esplosione di creatività cinematografica che offre una visione tanto cruda quanto affascinante della società umana.
Uno degli aspetti più distintivi e scabrosi di questo lungometraggio è la sua audace esplorazione della depravazione umana. La storia ruota attorno al brutale e sadico “ladro” Albert Spica (interpretato in modo magistrale da Michael Gambon), alla sua fedele ma tormentata moglie Georgina (Helen Mirren) e all’amante di quest’ultima, il gentile bibliotecario Michael (Alan Howard). Il ristorante, luogo principale dell’azione, diventa un microcosmo della società, in cui il potere brutale di Spica e il desiderio segreto di Georgina trovano espressione.

Greenaway mette in evidenza la corruzione dell’animo umano, la lussuria, la violenza e la disperazione in modo crudo e senza compromessi. Questo non è un film per spettatori sensibili o facilmente impressionabili, ma piuttosto per chi cerca una provocazione intellettuale ed emotiva. Greenaway, infatti, sfida gli spettatori a esplorare gli aspetti più oscuri e controversi della natura umana, senza alcuna censura o remora.

La regia è visivamente mozzafiato, con una cura maniacale per ogni dettaglio scenografico e una fotografia (di Sacha Vierny) straordinaria che sottolinea la bellezza e la bruttezza in modo quasi surreale. Ogni scena è una composizione visiva che cattura l’attenzione e incanta lo spettatore (grazie alle scenografie di Ben Van Os e Jan Roelfs), anche quando il contenuto è disturbante.
Gli attori, in particolare Helen Mirren e Michael Gambon, consegnano prestazioni memorabili che riescono a trasmettere l’intensità e la complessità dei loro personaggi. La Mirren, in particolare, è eccezionale nel ruolo di Georgina, e riesce a trasmettere una vasta gamma di emozioni e tormenti interiori.

Il film comunque non è un divertimento macabro e fine a se stesso, come alcuni detrattori sostengono sbrigativamente, ma un’opera che spinge a riflettere su temi quali il potere, la corruzione, la lussuria, il desiderio, la manipolazione, la violenza e la moralità. La storia e i personaggi sono complessi, e il film costringe a confrontarcisi senza fornire risposte facili. La psicologia umana e le dinamiche sociali sono al centro della trama, e il ristorante, nel quale si svolge quasi tutto il film, rappresenta in modo allegorico proprio la società. Un film, dunque, che pone domande non banali sull’etica umana e costringe a cimentarsi nel tracciare una linea personale tra giusto e sbagliato, a chiedersi se esistano situazioni in cui il comportamento immorale possa essere giustificato, o persino necessario. Ed è questo, probabilmente, che non è andato giù a chi lo deplora.
Del resto il regista inglese ci ha abituato a opere provocatorie, trattando con coraggio argomenti scabrosi: un marchio di fabbrica che lo pone sempre al centro di polemiche e dileggi poco giustificati.
Di fatto, Peter Greenaway ha creato un’opera che rimarrà nella mente degli spettatori per molto tempo dopo la sua visione.

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Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021) e "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022, insieme a Viviana E. Gabrini). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.

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