The Cure – Kiss Me, Kiss Me, Kiss Me

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2018

Nel maggio del 1987 esce Kiss Me Kiss Me Kiss Me: le labbra di Robert Smith ritratte sulla copertina sono l’emblema di un disco che affascina e seduce nel suo complesso. Le dieci settimane di registrazione trascorse negli epici studi “Miraval” creano un incantesimo: le notti stellate, i fiumi di alcol, l’isolamento da tutto il resto favoriscono la nascita di un legame strettissimo tra Robert Smith e i suoi compagni: il contesto migliore per la realizzazione di un album prodigioso. Il leader dei Cure è più disponibile al contributo artistico di tutti i membri del gruppo e, infatti, il lavoro di squadra è l’elemento cardine che regge la struttura di Kiss Me Kiss Me Kiss Me e che lo rende il  più  eterogeno dell’intera discografia. È composto da diciotto brani che rievocano un passato oscuro e tortuoso e ci conducono a sonorità più pop: The Kiss apre con quattro minuti di sinuosa chitarra, prima che la voce di Smith ci raggiunga tormentata. Verrà definita dall’autore “il lato malsano della lussuria”. Subito dopo arriva a risollevarci Catch, poetica e misurata. È proprio  l’alternanza di pezzi cupi a pezzi più delicati che crea l’equilibrio perfetto in cui  le parole si aggrappano alla musica e l’atmosfera trova la sua parafrasi nei testi.
A Thousand Hours, un connubio di archi e tastiere, è il canto di un cuore che cerca  pace, ma segue Shiver and Shake, una dedica d’odio all’ex Cure “Lol” Tolhurst (estromesso dal gruppo a causa dell’abuso di sostanze) che, con il suo ritmo provocante, ci spinge a condividere tutto il disprezzo di Robert Smith.

Le tracce dipingono un susseguirsi di scenari contraddittori: gli echi dolorosi di If only tonight we could sleep si frantumano sulle note raggianti di Why can’t i be you. Just Like Heaven, il cui riff di chitarra rimarrà per sempre nella memoria, è il pezzo che racchiude l’evoluzione vorticosa dell’intero album: parla di amore, del calore di un sogno, di tenebre e di aggraziata nostalgia.
Al termine dell’ascolto, baciati da sentori di morte ed eccessi, di passioni e di tenerezza, ci sentiamo “strani come angeli” e ci immaginiamo a volteggiare su una scogliera a picco sull’oceano.

Kiss me Kiss me Kiss me è un’esperienza sentimentale che si vorrebbe ripetere subito e, a dicembre del 1987, i Cure ci accontentano con una riedizione in 3 LP che include le sei b-side dei singoli, tra cui  Breathe e A Chain of Flowers, preziose gemme musicali, da ascoltare ad occhi chiusi per tornare a danzare in un paesaggio onirico fatto di sospiri.

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"Non sono certo di nulla tranne che della santità degli affetti del cuore, e della verità dell'immaginazione. Quel che l'immaginazione percepisce come bellezza deve essere vero – sia o no esistito prima – poiché secondo me tutte le nostre passioni sono come l'amore: tutte, se intensamente sublimi, sono creatrici di bellezza pura" (John Keats). Laura Codenotti è nata e vive a Brescia, si é laureata in Storia dell'arte e coltiva da sempre la sua passione per la scrittura. É amante dei romanzi di Dickens, della poesia Romantica, della cultura musicale New Wave e Post Punk e di fotografia. I libri le regalano le mille vite che vorrebbe, sono il suo viaggio senza fine.

1 COMMENTI

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