Francia, 1815. Il forzato Jean Valjean evade e decide di cambiare vita dopo l’incontro con un vescovo di buon cuore. Sotto falsa identità cerca di aiutare una povera ragazza stremata dai rovesci di fortuna, promettendole di riportarle Cosette, la figlioletta, finita nelle mani di loschi figuri. I suoi piani vengono però sconvolti dall’arrivo di Javert, ispettore di polizia da mesi sulle tracce dell’evaso: costretto a fuggire di nuovo, Jean Valjean recupera la bambina e scompare, nascondendosi a Parigi. Qualche anno dopo, però, durante i moti del 1832, Cosette si innamora di un giovane Bonapartista per salvare il quale Valjean deve nuovamente fronteggiare la sua nemesi.
Per me I Miserabili non è solo un romanzo, ma IL romanzo, quello di fronte al quale ho lasciato cadere ogni remora e mi sono lasciata trasportare dalla prosa potente dell’autore: ho pianto per le ingiustizie perpetrate su Fantine, ma ancora di più sull’amore non corrisposto di Eponine, ho sentito fremere la passione politica di Marius e Enjolras, ho avuto paura della determinazione di Javert, ma anche della rabbia di Jean Valjean, mi sono lasciata consolare dalle parole di fede del vescovo di Digne.
Lettura eccezionale, dalla trama perfetta, senza sbavature, che può solo lasciarci ammirati, I Miserabili tratta temi di importanza fondamentale, come la coerenza politica, la giustizia sociale e la fede in Dio ma anche nell’animo umano, che l’autore, attraverso la moltitudine di personaggi principali e minori, descrive nelle sue infinite sfaccettature: luci, ombre, contraddizioni e slanci. Compone così un quadro, come quelli di David, con grandi figure in lotta eroica col destino sullo sfondo di una Parigi in fermento, dove fatalmente si intrecciano vita e morte.
Per la diciassettenne che ero la prima volta che lo lessi, un impatto simile fu senza precedenti, indimenticabile come il primo bacio: da allora l’ho riletto altre volte e ho potuto constatare come l’euforia provata alla prima lettura si sia trasformata in un sentimento di vero amore per il libro, per il suo autore e per la letteratura in generale.