Joan Lindsay – Picnic a Hanging Rock

0
157

Picnic a Hanging Rock è un romanzo australiano scritto alla fine degli anni Sessanta, da cui è stato tratto anche il celebre film, che però differisce dal libro in diversi modi.

Nell’estate del 1900, durante una gita scolastica, due studentesse e un’insegnante di un esclusivo college scompaiono senza lasciare traccia mentre danno la scalata all’Hanging Rock, altura di origine vulcanica sacra alla tradizione aborigena. Altre due ragazze che erano nel gruppo vengono ritrovate, ma non ricordano niente e non son sono in grado di raccontare ciò che è accaduto.
Da qui il romanzo segue le vicende private di altri personaggi: la piccola e infelice Sarah, il giovane Michael e il suo amico Albert che si dedicano alla ricerca delle scomparse, la dolce insegnante di francese e, soprattutto, la bisbetica direttrice, vera anima nera della storia. Su tutti incombe, silenziosa e inquietante, la presenza dell’Hangng Rock, che sembra inesorabilmente chiamare i personaggi verso il loro destino.

L’autrice ha una grande capacità di evocare sensazioni, atmosfere, immagini di un mondo, quello dell’Australia “bene” dei primi del Novecento, per noi assolutamente inconsueto, eppure affascinante e ipnotico: abbiamo l’impressione di osservare una vecchia foto virata in seppia che si anima davanti ai nostri occhi.

Il romanzo sottintende, nella vicenda delle ragazze scomparse, anche una critica alla razionalità esasperata dei tempi moderni, che ha finito per mettere l’uomo in conflitto con una natura alla quale non possono essere imposti regole e ritmi umani, poiché essa ha i propri, identici da millenni, rappresentati dalla staticità del paesaggio australiano e dell’insistere sulle descrizioni dell’immobilità assolata del pomeriggio estivo in cui accade il fatto, durante il quale tutti gli orologi si fermano.
Questo insieme di fattori ci trasmette una sottile inquietudine (sulla quale gioca molto anche il film di Peter Weir) che rende la lettura molto avvincente, piacevole e scorrevole, ottima per ogni tipo di lettore.

Il successo del romanzo è stato tale da spingere l’autrice a pubblicare un nuovo finale, in un racconto che però è ancora inedito in italiano.

 

SHARE
Articolo precedenteCinzia Petri – Detonazione
Articolo successivoLa prima notte di quiete
Valentina Leoni è musicista e storica dell'arte, ha scritto e scrive recensioni e articoli riguardanti libri e fumetti per diversi siti. Attenta conoscitrice della cultura giapponese, ha fatto parte del comitato scientifico della mostra Dai Samurai a Mazinga Z (Casa dei Carraresi, Treviso ottobre 2014) ed è da anni collaboratrice di Radio Animati per la quale ha curato di recente la trasmissione Yatta: Luoghi Non Comuni sull'Animazione Giapponese.

Lascia un commento

Scrivi un commento
Per favore inserisci qui il tuo nome

inserisci CAPTCHA *