Uno strano cliente si presenta, in una gelida mattina di pioggia, alla pensione della signora Baron, a Charleroi, cittadina mineraria vicino a Bruxelles. È intirizzito, febbricitante, senza cappotto, senza bagaglio; viene tuttavia accolto cordialmente, anche perché paga due mesi anticipati alla proprietaria che, felice per l’inattesa fortuna, si prodigherà a preparargli manicaretti e bevande calde per aiutarlo a guarire.
La vita della piccola pensione riprende col suo tran-tran regolare, per nulla turbato dalla presenza del nuovo arrivato, ma noi sappiamo che Élie Nagéar ha ucciso con una chiave inglese, acquistata appositamente, un ricco uomo d’affari sul treno Bruxelles-Parigi per derubarlo di 100.000 franchi: abbiamo assistito in diretta all’efferato omicidio.
L’impostazione del romanzo giallo è totalmente stravolta da Simenon, in quanto la tensione continua, che riesce a costruire, non dipende dalla ricerca dell’assassino ma dalla paura che venga scoperto. Simenon sostituisce quindi all’indagine lo scandaglio della psicologia del personaggio, la ricerca delle motivazioni del suo gesto, ci prende per mano e ci fa immedesimare: prima, nelle sensazioni che prova Élie Nagéar nel suo lungo peregrinare per Parigi sotto una pioggia battente, senza cappotto (perché l’ha buttato nella Senna, in quanto il controllore ha fornito la descrizione di un uomo con un cappotto color cammello che si trovava nello scompartimento dell’ucciso); poi, insieme al protagonista, ci inseriamo nel caldo e protettivo ambiente della pensione dove trova rifugio, con lui triboliamo per la paura di essere scoperti e ci rassereniamo quando sembra che la polizia lo cerchi in Germania. Però, a un certo punto, nella vicenda c’è una svolta improvvisa: l’atteggiamento di Élie non è più condivisibile e Simenon porta in primo piano la figura della signora Baron, che da quel momento dominerà la scena fino all’inattesa conclusione.
Il pensionante, pubblicato a puntate sul settimanale “Marianne” fra il 27 dicembre 1933 e il 28 febbraio 1934, e successivamente in volume dall’editore Gallimard, rappresenta lo spartiacque nella produzione di Simenon che, passando alla nota casa editrice, ha l’intenzione di dedicarsi a una narrativa di maggiore spessore, abbandonando il personaggio di Maigret che gli ha dato la notorietà. André Gide considerava Il pensionante una delle sue opere migliori, ma il commissario resterà in compagnia del suo autore, che continuerà a raccontare le sue avventure per tutta la vita, alternandole ai cosiddetti “romanzi duri”.