Dopo un incipit folgorante, la vicenda inizia con l’omicidio del professor Winter, assassinato dal consigliere cantonale Isaak Kohler in un ristorante, davanti a decine di testimoni. L’assassino si consegna subito, e sembra ritenere corretto essere punito per il suo crimine. Questo atto, apparentemente insensato, lo farà ricorrere all’avvocato fallito Spät, assoldandolo per riesaminare il caso secondo un’angolazione ipotetica e a e a sfidare il sistema giudiziario fino alla ricerca di un colpevole alternativo e all’assoluzione. L’assassino è noto fin dall’inizio, l’omicidio è stato commesso quasi casualmente, e il mistero è nel motivo che si cela dietro al delitto, se pur ce n’è uno e non molteplici.
Ciò che rende Giustizia un romanzo straordinario è la capacità di Dürrenmatt di mettere in discussione i concetti stessi di giustizia, colpa e verità, incitandoci a esaminare la complessità della moralità umana e della legge, e portando alla luce le contraddizioni e le ambiguità del sistema giudiziario.
L’umorismo nero permea l’intero romanzo, e crea una tensione costante tra il tragico e il comico. La prosa, acuta e tagliente, ci mantiene costantemente sul bordo della pagina, incapaci di prevedere che cosa accadrà poco più in là.
Romanzo che, come il più celebre La promessa, sfida le convenzioni del genere giallo, Giustizia ci costringe a riflettere sulla complessità del bene e del male. Friedrich Dürrenmatt ci offre un’opera letteraria che è allo stesso tempo un thriller psicologico e una riflessione filosofica sulla natura della giustizia, una celebrazione della follia e della complessità. Un romanzo geniale che ci rimarrà a lungo nella mente, costringendoci a mettere in dubbio ciò in cui scegliamo di credere solo fino a quando non ci tocca affrontarlo.