In un quartiere malfamato di Parigi, un pittore di ventagli soccorre una giovane prostituta, vittima di un’aggressione; in seguito, il pittore, l’aggressore e la ragazza stringono amicizia e scoprono che le rispettive esistenze sono legate da oscuri segreti, mentre sembra esserci qualcuno che non gradisce la presenza del pittore a Parigi…
Pubblicato a puntate nel 1842, I Misteri di Parigi apre la grande stagione del romanzo popolare e della narrativa di consumo, quella destinata alle masse che apprezzavano ambientazioni cupe e forti passioni, eroine belle e sventurate, eroi senza macchia e cattivi tormentati; il successo della formula non deve far dimenticare che l’autore scrisse il romanzo con l’intento di denunciare le pessime condizioni di vita nei ghetti della capitale e condannare la moralità di una società nella quale chi nasce in miseria non ha altra alternativa che la delinquenza.
Gli elementi che fecero al fortuna del romanzo – al punto da generare un filone letterario e che ai nostri giorni possiamo ritrovare in molta narrativa popolare ma anche in un certo tipo di produzioni televisive – affascinarono il vasto pubblico dell’epoca e perfino Victor Hugo non nascose mai di aver tratto ispirazione dal romanzo di Sue per il suo capolavoro I Miserabili. Lo stesso romanzo fu ispirazione per Dumas, che modellò Edmond Dantès proprio sul protagonista di Sue.
I Misteri di Parigi è una pietra miliare della narrativa francese che, nonostante alcune trovate oggi appaiano superate, ancorché ingenue, risulta ancora una lettura scorrevole e avvincente; inoltre non va dimenticato che certi procedimenti, oggi magari abusati in un certo tipo di narrativa, furono introdotti proprio qui, per la prima volta.
Se amate i feuilletton non fatevi spaventare dalla mole e godetevi il loro capostipite.