Era la mia strada per la perdizione

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1934

La strada per Perdition

Stati Uniti, anni Trenta del Novecento. Michael O’Sullivan è un buon padre di famiglia, e conduce un’esistenza apparentemente appartata e devota. Uno dei due amati figli decide di nascondersi nel baule della sua auto mentre Michael, come tutti i giorni, va al lavoro, e assiste a una brutale esecuzione in stile mafioso. Apprende così che il padre è in realtà un famigerato killer. Purtroppo si fa scoprire e le regole della mafia vogliono che il testimone di un regolamento di conti non possa essere lasciato in vita.
Padre e figlio fuggono insieme, ma il resto della loro ignara famiglia viene giustiziato. Inizia così una storia di vendetta e di ritorsioni senza esclusione di colpi, cupa e appassionante, narrata in prima persona dal figlio di Michael O’Sullivan. Meta finale: Perdition, la cittadina in cui i due sperano di trovare la propria salvezza.

In Road to Perdition (titolo ambivalente intraducibile in italiano) il romanziere Max Allan Collins si cimenta nuovamente nel campo del fumetto, e lo fa con rara incisività. Rappresenta il mondo della mafia statunitense nel periodo del Proibizionismo con precisione ed efficacia, evidenziando l’importanza della famiglia e il forte legame con una certa concezione cattolica della vita, che accomuna italiani e irlandesi. L’adozione del punto di vista di un bambino ci restituisce una narrazione coinvolgente, e rende facile parteggiare per suo padre.
Grazie ad un ritmo sincopato, a dialoghi asciutti e a battute fulminanti, cinematografiche, Collins rende memorabile questa lunga storia di gangster e di formazione. Impagabili i disegni di Richard Piers Rayner, che tratteggia perfettamente ambienti e personaggi e riesce a rendere palpabile l’atmosfera grazie a un abile gioco di chiaroscuri attento ai particolari.

L’opera ha ispirato il sopravvalutato film Era mio padre (regia di Sam Mendes), classico prodotto hollywoodiano di tediosa medietà, che tradisce l’immediatezza della storia a favore degli usuali toni melensi e patinati.

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Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021) e "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022, insieme a Viviana E. Gabrini). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.

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