Wilfred Owen – Inno per la gioventù condannata

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Quali campane di passaggio per quelli che muoiono come bestiame?
      – solo la mostruosa rabbia dei cannoni.
      Solo il rapido rantolo dei fucili balbettanti
può scandire le loro frettolose orazioni.
Non c’è scherno per loro, non ci sono preghiere né campane;
      né voci in lutto, se non i cori.
I cori stridenti e dementi delle granate che piangono;
      e le trombe che li chiamano da paesi desolati.

Quali candele possono essere sollevate per accelerare il loro trapasso?
      Non nelle mani dei ragazzi, ma nei loro occhi
brilleranno i sacri bagliori degli addii.
      Il pallore delle sopracciglia delle ragazze sarà il loro pallore;
i loro fiori la tenerezza di menti pazienti,
e ogni lento crepuscolo sarà un calare di tende.


Traduzione di Ernesto Zosi


Testo originale: 

Anthem for Doomed Youth

What passing-bells for these who die as cattle?
      — Only the monstrous anger of the guns.
      Only the stuttering rifles’ rapid rattle
Can patter out their hasty orisons.
No mockeries now for them; no prayers nor bells;
      Nor any voice of mourning save the choirs,—
The shrill, demented choirs of wailing shells;
      And bugles calling for them from sad shires.

What candles may be held to speed them all?
      Not in the hands of boys, but in their eyes
Shall shine the holy glimmers of goodbyes.
      The pallor of girls’ brows shall be their pall;
Their flowers the tenderness of patient minds,
And each slow dusk a drawing-down of blinds.

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Wilfred Owen (1893-1918) fu un poeta e soldato inglese, noto per le sue potenti poesie sulla Prima Guerra Mondiale. Le sue opere, come "Dulce et Decorum Est" e "Anthem for Doomed Youth", denunciano gli orrori e l'insensatezza del conflitto, contrapponendo il mito della guerra gloriosa alla cruda realtà vissuta in trincea. Influenzato da Siegfried Sassoon, sviluppò uno stile lirico e realistico, ricco di immagini strazianti. Morì in battaglia una settimana prima dell'armistizio, ma la sua eredità poetica lo ha consacrato come una delle voci più importanti della sua generazione.

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