Sono un bambino cattivo, spingo
la sedia a rotelle di dio e lo lancio
dal burrone, lo guardo saltare
nel canyon di tutte le pie morti,
salutare la vita. Sono il bambino
vecchio delle streghe stinte
nei quadri di campagna, fatti
da artisti domenicali, stizziti
e stanchi prima degli incidenti
stradali tra Meda e Viggiù.
L’odore dell’erba nelle mani,
l’odore della colpa, di pelle.
Sono un vecchio,
bambino senza ricordi, solo leste
ricognizioni tra nuvole di mosche
prima di sera,
quando la cena cade come un muro.
La nostra intervista a Franz Krauspenhaar