L’imbroglio è sempre la luce, quel suo
scalfire i corpi, sbozzarli dal nero
ordinarne regole, spazi.
Travolgerli nel loro buio esatto
con la sua lama buona,
obbligare i volti a intridersi.
Illuderli che siano conoscibili
a misura di un noi inesplorato,
fingere emendabile la frattura
l’indeterminazione sanata.