Wallace D. Wattles – Il vero Gesù

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Stavolta ho deciso di parlare di un libro molto bello da poco pubblicato in Italia: Il vero Gesù.

Tengo subito a chiarire, per i lettori che, leggendo “Gesù” nel titolo, fossero tentati di scartarlo a priori, che non si tratta affatto di un libro o pamphlet “religioso”, ma piuttosto scardina i significati dei Vangeli come presentati della Chiesa, aiutando il lettore a leggerli col cuore e, soprattutto, rivelandosi una utile guida per la nostra vita e società contemporanea.

Il vero Gesù, testo del 1910 ma pubblicato per la prima volta in Italia solo nel 2013, fu scritto Wallace D. Wattles, uno dei maggiori esponenti del New Thought, principalmente noto per i suoi libri di leadership e crescita personale e spirituale, nonché per aver ispirato il filone “The Secret”, con opere come La Scienza del Diventare Ricchi.

Al contrario delle credenze con cui siamo stati cresciuti, che ci danno un’immagine distorta di Gesù, ovvero quella di un povero girovago che ha fatto una brutta fine, questo libro (e per fortuna non è il solo) mostra il vero significato dei Vangeli, rompendo quelle false credenze su Gesù e sui suoi insegnamenti che ci stanno tenendo prigionieri da due millenni. Ad esempio: Gesù era ricco ed era di classe sociale elevata, e predicava l’abbondanza, che comincia dentro di noi; l’affidamento, ovvero l’importanza di seguire il flusso della vita sapendo che tutto ciò che succede è il meglio per noi, anche quando non sembra (il che non vuol dire vivere passivamente, ma piuttosto prendersi la responsabilità della propria vita e avere fede che tutto ciò di cui abbiamo bisogno ci è già stato accordato); la libertà e la felicità.

Come ben spiegano Wattles e i Vangeli:

In primo luogo, Gesù non poteva essere disprezzato, perché era un falegname, e anzi il figlio di un noto falegname. […] Anzi è molto probabile che presso la popolazione locale fosse considerato di sangue reale, visto che era salutato come “il figlio di Davide”, che era un appellativo assai nobile.

Mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguivano urlando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi» (Matteo 9:27).

 

 In secondo luogo, Gesù non avrebbe potuto essere disprezzato per la sua ignoranza, perché era un uomo dottissimo. Ogni volta che entrava in una sinagoga a lui veniva affidata la lettura dei rotoli della Legge e dei Profeti e sempre lui veniva sempre riconosciuto come la persona più qualificata per quel compito.

Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. (Luca 4:14-15).

 

In terzo luogo, Gesù non è mai stato disprezzato per la sua povertà, perché aveva molti amici ricchi e influenti, e sapeva che non gli sarebbe mai mancato nulla. Lazzaro e le sue sorelle, la cui casa era sempre aperta a Gesù, erano persone molto ben considerato a livello sociale.

I soldati dunque, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una parte per ciascun soldato. Presero anche la tunica, che era senza cuciture, tessuta per intero dall’alto in basso. Dissero dunque tra di loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocchi» (Giovanni 19:23-24).

Un piccolo libro, ma davvero illuminante, in grado di farci vedere il mondo come lo conosciamo da una prospettiva diversa e più positiva.

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