Gordon Ramsay – Humble Pie. La mia autobiografia

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Cosa si cela dietro questo famoso chef stellato televisivo? Cosa lo ha fatto diventare l’uomo che è? E’ davvero come si vede in TV?

Humble Pie, l’autobiografia di Gordon Ramsay, risponde a questi quesiti e ci mostra un bambino che è dovuto crescere molto in fretta e, per non soccombere, ha dovuto tirare fuori la grinta e la determinazione dei vincenti, che lo hanno portato al punto in cui è oggi.

Le sezioni dei capitoli sono divise secondo le fasi di vita di Ramsay, a cominciare dalla sua infanzia difficile. Lo Chef è infatti cresciuto in una famiglia numerosa, vagabonda e poco abbiente a causa del padre abusivo e violento, che trascinava la famiglia in giro per il Regno Unito, senza  curarsene e addirittura mettendosi in competizione con i suoi stessi figli.

Ciò che emerge con più prepotenza da queste avvincenti pagine (oltre al linguaggio schietto di Gordon), è come la sua dura infanzia, anziché distruggerlo come è successo al fratello minore – finito nel tunnel della droga – lo abbia reso determinato e forte abbastanza da sopravvivere ed infine eccellere nel duro mondo dell’alta ristorazione, dove la competizione è alle stelle e spesso gli chef vengono abusati e spinti a mollare.

Tra i processi di formazione più duri e che certamente hanno lasciato il segno nella vita e carriera di Gordon Ramsay vi è l’esperienza con lo chef Marco Pierre White: “Marco era un dittatore: la sua parola e solo la sua contava. Gli piaceva pensarsi come una sorta di mafioso, oscuro, minaccioso e fottutamente terrificante […] Abusava di te sia mentalmente che fisicamente. […] un minuto era tutto sorrisi, ti scompigliava I capelli, praticamente ti dava i pizzicotti sulle guance. Subito dopo lanciava una padella attraverso la cucina. Spesso la padella era piena. C’era brodo ovunque, acqua bollente o zuppa. Ma tu non dicevi nulla. Aspettavi la quiete dopo la tempesta, e poi pulivi tutto, senza fare domande.

Il Gordon di questo libro si apre completamente e affronta anche argomenti delicati della sua carriera di chef, come le invenzioni della stampa britannica sempre a caccia di gossip, i falsi amici e le grandi perdite finanziarie.

Particolarmente tenere sono le pagine in cui Gordon parla della madre, la moglie e i figli, che adora e che mostrano il suo gran cuore.

Il primo capitolo sul padre è fondamentale per capire meglio tutti quelli successivi e calarsi nei suoi panni: avendo dovuto resistere agli abusi del padre per non farsi distruggere, ha sviluppato quell’atteggiamento di resistenza e sopportazione che lo ha portato a raggiungere i suoi obiettivi.

La determinazione, la passione e la sua continua voglia di migliorare sono contagiose e dimostrano che non importa da dove si viene, ma la direzione che si decide di prendere: Gordon Ramsay ha deciso di utilizzare la durezza della vita per vincere e creare una vita piena e soddisfacente dimostrando, come molti altri grandi, che tutto è possibile.

E voi, cosa avete scelto?

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