Finalmente! Finalmente il grande sogno si avvera, il destino si compie, la visione si concretizza! Oh, popoli europei, alzatevi in piedi e applaudite con lacrime di gioia: la Libertà si dissolve, si frantuma, si vaporizza, e al suo posto sorge, fulgida e onnipotente, la Tirannide.
Non la misera tirannide dei vecchi despoti dal pugno di ferro e dallo sguardo torvo, no! Questa è una tirannide luminosa, oleata, digitale, finanziaria. Non avremo bisogno di catene arrugginite o di mura scrostate, perché le nuove prigioni saranno invisibili, fatte di debito e necessità, di algoritmi e derivati, di obbligazioni e investimenti coatti. Dio che meraviglia! Il nostro denaro, languente nei conti correnti, immobilizzato in quel grottesco feticcio chiamato “risparmio”, verrà finalmente liberato, incanalato, elettrizzato! Perché stagnare nel torpore del futuro quando possiamo convertire ogni centesimo in un proiettile, in un drone, in un cannone che spinge avanti la civiltà?
E sia dunque gloria alla grande Europa che si desta, che abbraccia con ardore la sua autentica vocazione! San Giorgio non uccise il drago con un libro di conti o con un trattato pacifista, ma con la lama affilata dell’acciaio! La guerra, finalmente, è riconsacrata: non più tabù, non più vergogna, ma la nuova linfa vitale dell’economia.
La finanziarizzazione? No, amici miei, non è una gabbia: è un’orchestra! Un’armonia perfetta di interessi, titoli, debiti, futures e obbligazioni che danzeranno insieme in un’apoteosi di distruzione creatrice!
E che importa se il Manifesto di Ventotene parlava anche di giustizia sociale? Ah, ingenuità puerile! La giustizia è un concetto antiquato, un lusso da tempo di pace. Ciò che conta ora è la potenza, la mobilitazione totale, l’efficienza perfetta! Guardate come tutto si allinea, come ogni ingranaggio trova il suo posto: le Banche, l’industria bellica, il Parlamento, la Bce… tutti in marcia, tutti in coro, tutti uniti in un unico battito! Non è forse un’opera d’arte?
Addio, fastidiose elezioni! A che servono? A chi interessa l’opinione della folla, volubile, contraddittoria, debole? La democrazia è stata un errore di gioventù, un capriccio della storia. Ora abbiamo qualcosa di meglio, qualcosa di più puro: il comando unificato, l’autoritarismo razionale, la necessità storica trasmutata in dogma. E se qualcuno osa opporsi, se qualche sconsiderato prova a dire no, beh… la macchina dell’ordine sarà pronta. Non ci sarà bisogno di galere, perché non ci saranno più dubbi. L’unico pensiero possibile sarà quello imposto, l’unica verità sarà quella decretata, l’unico scopo sarà quello di servire la nuova era.
E, cari giovani, non temete l’arruolamento coatto, l’obbligo di combattere, la militarizzazione delle vostre vite! Siete fortunati! Avrete l’onore di essere il carburante della Storia, il sangue che scorrerà nei canali della modernità! Non sprecherete le vostre esistenze tra call center e lauree inutili: sarete soldati, eroi, pedine perfette di un disegno cosmico di potenza!
E dunque, lode alla Nuova Europa, lode alla sua magnifica conversione! Non ci resta che abbracciare l’inevitabile, inneggiare alla gloriosa bolla bellica, dissolverci in questa sinfonia di ordini e decreti, e lasciarci cullare nel dolce abbraccio della più dolce, della più totale, della più perfetta Dittatura.