Il giorno in cui il nonno scese in cielo (Corrimano 2019) è la seconda fiaba scritta da Ivano Porpora. Le fiabe hanno il compito di rivelare delle verità ai bambini e di ricordarle agli adulti. «Se il nonno è finito in cielo, perché l’hanno messo in terra?»: Porpora affronta il delicato tema della morte rovesciando la domanda sin dal titolo. Il nonno Antonio, infatti, è sceso in cielo, non è salito; è come se vivessimo poggiando i piedi sull’azzurro. Bisogna saper vivere un po’ al contrario, a volte? Ricordarsi di vedere da prospettive differenti e molteplici? Sapere che non tutto ciò che ci passa sotto agli occhi e poi svanisce smette di esistere? Intuire che permanere è anche aprire alla luminosità del ricordo? Con questa fiaba l’autore risponde ad una domanda e ce ne porge innumerevoli altre. Questa è la magia delle parole, la magia dei bambini.
Perché hai scelto di scrivere una fiaba?
Semplicemente perché sono stato un bambino. Quando sei stato bambino, e credo che a molti di noi questa esperienza sia capitata, hai due scelte: fare finta che no, o tenerlo a mente. Che vuol dire anche provare a mettere a distanza toppe a ferite che altri ti hanno fatto, come a dire: io, adulto, vado indietro a curare il me bambino. Non è possibile; quello che si può fare, e che ci rende esseri umani, è pensare che ci sono bambini come te che non hanno risposte.
E darle loro.
Qual è la tua “zona confort” in scrittura? Esiste?
In scrittura credo tu vada a sceglierti una zona di “non confort”. La chiamerei la zona di “sconfort”. È la zona in cui non vorresti trovarti ma ti ci metti per capire questioni di natura etica, estetica, comunicativa. E poi, alla fine, scopri che là dove sentivi tutto sbagliato era semplicemente il posto dove avevi bisogno di stare.
Quando hai cominciato a pensare di scrivere per bambini?
Da subito, credo. Ho iniziato a scrivere professionalmente nel 2008; subito ho pensato che mi sarebbe piaciuto scrivere per Topolino, che significa scrivere per bambini. Non ci sono ancora riuscito; le favole e le fiabe sono modi alternativi e soddisfacenti che ho trovato.
La scrittura per l’infanzia che difficoltà presenta e quali vantaggi?
Credo che la prima difficoltà consista nel trovare un linguaggio accattivante ma non paternalistico. A un bambino non insegni la vita, la vita te la insegna lui. A un bambino dai direzioni, prescrizioni, consigli. Ma devi ricordarti che sei sempre in una posizione “sotto”. Che poi questa posizione sia bellissimo assumerla, è il vantaggio. Ti diverti un sacco e parli di patatine fritte sapendo che i bambini rideranno.
Progetti futuri?
Il mio romanzo. Fine.
Ivano Porpora è nato a Viadana (MN) il 12 marzo del ‘76. Vive e lavora a Milano, dove insegna scrittura creativa.
Ha pubblicato i romanzi La conservazione metodica del dolore (Einaudi, 2012), Nudi come siamo stati (Marsilio, 2017), L’Argentino (Marsilio, 2018), le poesie Parole d’amore che moriranno quando morirai (Miraggi, 2016), le fiabe per adulti Fiabe così belle che non immaginerete mai (LiberAria, 2017), e le favole per bambini La vera storia del leone Gedeone (Corrimano, 2018) e Il giorno in cui il nonno scese in cielo (Corrimano, 2019).