Robert E. Howard – Quella macchia nera

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Lo trascinarono sulla sabbia nuda
dove i capi ribelli morirono;
Dove stanno le forche grigie in grama decomposizione
quando Magellano li aveva spinti sul bordo,
E i gabbiani che infestano la terra derelitta
Si lamentano con la marea solitaria.

Drake affrontava tutto come un leone trattenuto,
con la sua testa leonina sollevata:
“Osate voi sfidare la mia parola, che è legge,
per dire che questo traditore non deve morire?”
E i suoi capitani non osavano incrociare il suo sguardo
e ognuno tratteneva la lingua.

Solomon Kane si fece avanti da solo,
uomo triste dal viso sobrio:
“Degno di morte egli può ben essere,
ma il processo da voi celebrato è una presa in giro,
“Avete celato il vostro disprezzo in una farsa
dove la giustizia ha nascosto il viso.

“Se foste stato più che uomo, sul ponte
La vostra spada avreste estratto in modo pulito
con rabbia esplicita dal fodero
e apertamente lo avreste sgozzato –
“Invece che sgattaiolare e nascondervi sotto
la parola vuota della legge”.

L’inferno salì agli occhi di Francis Drake.
“Mascalzone puritano!” ingiuriò.
“Boia! Dategli la scure, invece!
Taglierà la testa del traditore!”
Solomon incrociò le braccia e disse,
cupo e triste:

“Io non sarò lo schiavo per il tuo lavoro da macellaio.”
“Legatelo con triple corde!”
Drake ruggì e gli uomini obbedirono,
Esitanti, come se avessero avuto paura,
Ma Kane non si mosse mentre gli toglievano la spada
e gli immobilizzavano le mani di ferro.

Piegarono l’uomo condannato in ginocchio,
l’uomo che doveva morire;
Videro le sue labbra incurvate in uno strano sorriso,
gli videro lanciare un’ultima lunga occhiata,
A Drake suo giudice e suo amico di una volta
che non osava incrociare il suo sguardo.

L’ascia balenò argentata sotto il sole,
un arco rosso fendette la sabbia;
Una voce gridò come la testa cadde netta,
e gli osservatori sussultarono con paura improvvisa,
Anche se non era che un uccello marino che volava nei pressi
al di sopra della rena isolata.

“Questa sarà la fine di tutti i traditori!”
Drake gridò, e lo ripeté.
Lentamente i suoi capitani si voltarono e se ne andarono
e sguardo dell’ammiraglio era rivolto altrove
da dove il disprezzo freddo e la rabbia si mischiavano
negli occhi di Solomon Kane.

Scese la notte sulle onde striscianti;
la porta dell’ammiraglio era chiusa;
Solomon giaceva nella stiva olezzante;
i suoi ferri cozzavano mentre la nave ondeggiava.
E la sua guardia, stanca, sfinita,
appoggiò la pipa e si assopì.

Si svegliò con una mano alla gola avvolta da una corda
che l’afferrava come una morsa;
Tremando cedette la chiave,
e il cupo puritano era libero,
I suoi occhi di ghiaccio scintillanti e omicidi
dell’ira che è lenta a salire.

Non visto, alla porta dell’Ammiraglio,
andò Solomon Kane muovendo dalla guardia,
Attraverso la notte e il silenzio della nave,
Tenendo stretto l’acuto pugnale del guardiano;
Nessuno dell’equipaggio spento lo vide scivolare
Oltre la porta non più sbarrata.

Drake sedeva al tavolo da solo,
il viso affondato tra le mani;
Alzò lo sguardo, come appena sveglio –
ma i suoi occhi erano pieni di pianto
Come se non vedesse, striscianti,
le sabbie rapidamente fluenti della morte.

Non allungò la mano per prendere la pistola o una lama
per fermare la mano di Kane,
Né parve sentire o vedere,
perso nelle nebbie nere della memoria,
L’amore diventato odio o tradimento,
e amaro, cancrenoso dolore.

In un momento Solomon Kane fu lì,
il pugnale in bilico,
Come un condor si china sopra un uccello,
e Francis Drake non parlò né si mosse
E Kane uscì senza dire una parola
e chiuse la porta della cabina.

Traduzione di Silvia Accorrà

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