Catherine Dunne – Il viaggio verso casa

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Il viaggio verso casa (The Walled Garden) è una storia intima e delicata, che scava nei legami familiari, nei silenzi e nelle incomprensioni che si accumulano tra le mura domestiche, nella difficoltà di un dialogo aperto tra genitori e figli. Il romanzo segue Beth, una donna che, dopo anni trascorsi a Londra, torna in Irlanda per assistere la madre malata. Il ritorno non è solo fisico, ma anche emotivo: un viaggio nella memoria, nei rancori irrisolti e nelle verità celate dietro le apparenze.
La vicenda si sviluppa attraverso una narrazione intensa e introspettiva, che alterna passato e presente, frammenti di vita familiare e riflessioni personali. La casa materna diventa il fulcro del conflitto: uno spazio che racchiude non solo il tempo che scorre, ma anche le ferite dei non detti.

Beth è un personaggio complesso, in bilico tra il bisogno di affetto e il desiderio di affrancarsi dalle ombre del passato, di sentirsi completa anche senza l’approvazione, o la disapprovazione, della madre, figura distante e severa che incarna il peso delle generazioni precedenti, un mondo fatto di doveri e sacrifici. Il loro rapporto, teso e intriso di divergenze, si snoda tra piccoli gesti e dialoghi in cui ogni parola sembra carica di significati nascosti. Lo rivelano le lettere che la madre lascia ai suoi figli, i ricordi, i flashback, in un mosaico che si costruisce attorno a momenti minimi, ma così fondamentali nella decostruzione del passato e nella sua reinterpretazione. La figura materna, rigida e distante in vita, assume una nuova dimensione attraverso quelle parole postume, rivelando fragilità e segreti insospettati.

Se Beth è il fulcro emotivo della storia, James, suo fratello, che è sempre vissuto vicino alla madre, rappresenta l’altra faccia della memoria familiare: un uomo che vive la preparazione al distacco in modo diverso, incapsulando il proprio dolore in una forma più silenziosa e trattenuta.
Le lettere lasciate dalla madre non solo sconvolgono Beth, ma incidono profondamente anche su James, costringendolo a rivedere il proprio passato e il proprio presente con occhi diversi. È qui che la dinamica familiare si trasforma: ciò che sembrava statico e immutabile si incrina, lasciando spazio a una comprensione reciproca che prima sembrava impossibile tra Beth e James. Il loro rapporto, fino a quel momento segnato dalla distanza (non solo fisica, ma anche emotiva), si rinnova in un percorso di scoperta e, in parte, di riconciliazione. Se all’inizio entrambi sono imprigionati nel peso delle aspettative materne e dei silenzi accumulati negli anni, il viaggio nella memoria li costringe ad affrontare insieme ciò che è rimasto in sospeso, anche fra loro due. E al calore che comunque è rimasto tra loro si sciolgono anche gli ultimi pregiudizi.

Catherine Dunne è bravissima nel costruire queste relazioni con realismo e delicatezza, senza mai scivolare in facili sentimentalismi o in semplificazioni retoriche. Il rapporto tra Beth e James evolve attraverso piccoli gesti, conversazioni smorzate e momenti di rivelazione graduali, rendendo la loro trasformazione credibile e toccante e finendo inevitabilmente a creare empatia con i lettori, quando non un certo grado di identificazione.
Il viaggio verso casa non racconta solo un ritorno fisico, ma un ritorno alle radici affettive, alla comprensione di sé attraverso il confronto con l’altro. Forse il tempo non può guarire tutte le ferite, ma può renderle più profonde se non le si affronta, sembra suggerirci la scrittrice irlandese attraverso la sua scrittura sobria ma ricca di sfumature emotive: ogni descrizione, ogni dettaglio della casa o del giardino murato (simbolo di protezione ma anche di prigionia), contribuiscono a costruire in gioiello letterario di eccelsa fattura.

Un romanzo che non offre risposte semplici o preconfezionate, ma anzi tocca corde profonde e non pretende di poter dare soluzioni a buon mercato. Un’esperienza di lettura (e di vita) molto immersiva.

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Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021) e, insieme a Viviana E. Gabrini, "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022) e "Niente per cui uccidere" (Calibano, 2024). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.

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