Marion e Hortensia sono vicine di casa, residenti di un esclusivo quartiere di Città del Capo: sono entrambe vedove, snob, appagate da carriere di successo – nello stesso settore – che le hanno rese ricche e stimate. Le premesse per un’amicizia o almeno per una simpatia reciproca sembrerebbero esserci, eppure le due si detestano e ognuna trova insopportabili le differenze che le dividono: bianca, grossa e razzista Marion; nera, snella e politicamente impegnata Hortensia. Il loro terreno di scontro è un comitato di quartiere che entrambe frequentano da quando sono in pensione e che utilizzano per la loro personale guerra, ma proprio durante una di queste riunioni verrà alla luce un fatto che costringerà entrambe a guardare l’altra con uno sguardo nuovo.
Romanzo leggero ma non disimpegnato, La signora della porta accanto racconta con humour lo scontro tra due vecchiette che racchiude un passato di razzismo, chiusure e incomprensioni di un Paese intero, ma propone anche diverse riflessioni interessanti sul ruolo delle donne nel futuro del Sudafrica e suggerisce che il cammino per costruire un Paese nuovo, che si lasci finalmente alle spalle un passato buio e violento, sia la strada della fiducia e dell’incontro. Il messaggio, tra l’altro, è facilmente adattabile anche a contesti diversi e più vicini al nostro vissuto attuale.
Lettura scorrevole e godibile, consigliata se si cerca un libro che alleggerisca lo spirito senza spengere il cervello.