Bellissimo, emozionante, a tratti poetico. L’autore, nel narrare le rocambolesche vicende che portarono alla creazione della fantastica Opera Beat Orfeo 9 (e della precedente Then an Alley), catapulta il lettore in pieni anni Sessanta e Settanta. Le atmosfere sono quelle del Piper, del Teatro Sistina, della Dolce vita (dolce per molti, agra – come dirà Bianciardi – per i più), i primi vagiti rivoluzionari, l’Oriente, le droghe, ma soprattutto una voglia di creare non riscontrabile nelle generazioni successive. Un salvifico tuffo nel passato, che fa ancor più sembrare il presente quello che è: un deserto inabitabile.