La morale del vivere
Seguito ideale di “L’estate incantata” oltre cinquant’anni dopo, “Addio all’estate” è una parabola sul senso della vita e sulla capacità di stupirsi, assai più incisiva di quelle propinateci dai best-seller di Richard Bach e da tanta narrativa new age. Imperniata sulle vicende che occorrono al ragazzino Doug nell’autunno che segue l’incantata estate del 1928, la storia stenta un poco a partire, ma appena si avvia dimostra come Bradbury sappia creare incantesimi di consapevolezza attraverso il confronto-scontro tra giovani e anziani per la conquista della vita. Benché vengano dilatate idee già presenti in alcuni suoi racconti, questo romanzo è un’opera in sé compiuta, morale ma non moralista, umanistica ma non ingenua e scritta con un linguaggio poetico mai banale. Perché non c’é nulla di ingenuo nel desiderare un mondo in cui i conflitti vengono risolti e i grandi imparano dai bambini.