Intensa percezione del mondo
Arthur è un uomo solo e schiavo della propria obesità; Kel una giovane promessa del baseball. I due destini che si incroceranno per l’amore comune verso una donna: Charlene.
Il titolo è un chiaro riferimento sia all’eccessivo peso di Arthur Opp, ex-professore che vive in solitudine senza mai uscire di casa, che al peso della vita che su di lui incombe.
È con grande ispirazione narrativa che Liz Moore, giovane scrittrice statunitense, ci proietta nei pensieri dei due protagonisti, componendo una storia di solitudini accomunate dalla fragilità della propria esistenza. L’onestà della voce dei personaggi ci avvicina a loro e alla loro percezione del mondo sin dalle prime pagine: stati d’animo e turbamenti ci trasmettono l’immagine di due uomini radicalmente opposti, ma accomunati dalle loro gracilità, dal senso di isolamento, dalle ferite causate dall’essere figli di famiglie spezzate, logorate dall’assenza dell’amore paterno. Una fotografia della deriva di valori cui è giunto il nucleo familiare nella nostra contemporaneità e che, ormai disintegrato, ci spinge a ricercare affetto altrove. Una storia di dolore che, a un passo dal baratro, fa germogliare la speranza dalla più piccola e insperata casualità.
Una scrittrice intensa che chiama le cose con il proprio nome.