Tragicomica storia di provincia
È con dichiarato diletto e con scrittura leggera che il quasi ottantenne Ernesto Masina si cimenta nella propria opera prima, una vicenda tragicomica e di fantasia ambientata a Breno, nell’alta Valle Camonica, nel 1943.
Lo spunto narrativo cui fa riferimento il titolo è quello di un attentato all’Orto Fascista del paese, simbolo di quell’autarchia, ridicola e inconcludente, tanto ostentata da Benito Mussolini. Il complotto viene ordito, nella miglior tradizione paesana, fra le mura dell’osteria durante l’occupazione tedesca, e si snoda in una serie di equivoci, raccontati dai differenti punti di vista di alcuni protagonisti, che, fra un sorriso e una considerazione semiseria, portano all’inaspettato epilogo.
La storia si dipana lieve fra le anse del fiume Oglio e la montagna, arricchita da caratteri forse un po’ troppo stereotipati ma che rendono credibile l’ambientazione storico-geografica: la provincia italiana nel periodo fascista è ben rappresentata attraverso caricature di quell’italianità, ricca di vizi e povera di virtù, che tutt’oggi ci affligge quotidianamente, a dispetto di una società globalizzata che ci vorrebbe cosmopoliti.