Solitudini monologanti
La protagonista indiscussa di questo breve romanzo è la solitudine. Dentro una narrazione che somiglia più a uno scambio inconsapevole tra due monologhi, al lettore, quasi come fosse a teatro, è concesso di vedere con gli occhi dei due personaggi, di sentire le loro attese, la sofferenza che scorre sotto il velo di una non voluta normalità. E non può che restare allibito scoprendo che le due voci, partite da direzioni opposte, si incrociano e si sovrappongono.
Concediamo a Mauvignier tutte le libertà stilistiche di questo mondo, tutte le frasi che finiscono con una virgola, tutti quei dialoghi che si confondono con i pensieri: il risultato è grandioso e non ci si può pentire di una sola pagina letta.