La compagnia mercantile per cui lavora Fabien, giovane aviatore dei primordi, decide di incrementare i voli notturni verso l’Argentina per non perdere terreno in competitività: il protagonista parte dunque per la sua missione, finendo in una forte e pericolosa perturbazione.
Da terra, il suo viaggio è seguito dal radiotelegrafista e dal direttore della compagnia, nonché dalla moglie, alla quale i due cercano, inutilmente, di nascondere la gravità della situazione.
Il romanzo, semplice, quasi scarno ed essenziale nella forma, con pochissimi dialoghi e descrizioni, porta il lettore a riflettere sugli aspetti del progresso, da quelli legati all’aspetto economico a quelli che invece permetteranno l’avanzamento dell’uomo sul cammino della civiltà: il volo di Fabien, novello Ulisse lanciato verso più tecnologiche Colonne d’Ercole, rappresenta il tipo di sfida che impone all’uomo il superamento dei propri limiti. Fabien è consapevole del rischio che corre accettando la missione, così come lo è il direttore Riviere, ma entrambi la sentono inevitabile.
Volo di notte basa il proprio fascino, oltre che sulle immagini sinistre ma affascinanti del volo notturno, evocate in modo preciso e asciutto, soprattutto sulla caratterizzazione psicologica dei personaggi, che emergono dalle loro riflessioni interiori e dai rari dialoghi. L’insieme rende il racconto lento e solenne, richiamando lo stile dei poemi epici in un clima, però, che è innegabilmente avventuroso e ci cattura non permettendoci di riuscire a smettere di leggere e di trepidare per la sorte del protagonista, smarrito lassù tra le nubi in tempesta.
Se di questo autore conoscete solo Il Piccolo Principe, vi consiglio di confrontarvi anche con questo capolavoro.