Ritratto di borghesia in nero è un dramma erotico girato interamente a Venezia, ambientato nel 1938, in pieno periodo fascista, alla vigilia dell’ingresso in guerra dell’Italia. Mattia (Patrizi) è un giovane pianista che manda avanti una relazione con Carla (Berger), madre del compagno di studi Renato (Borromeo), che a un certo punto s’innamora della bella e viziata Elena (Muti). La rivalità tra la donna matura di famiglia ebrea, borghese decaduta, e la giovane figlia di ricchi possidenti sfocia in tragedia, con il melodramma che si consuma nel finale, quando Elena uccide Carla. Le autorità fasciste insabbiano l’inchiesta per evitare lo scandalo, così Elena e Mattia possono sposarsi. Notevole l’ultima sequenza, quando la coppia esce dalla chiesa nel preciso istante in cui passa la bara della donna a bordo di un vaporetto.
La pellicola è tratta dal racconto La maestra di piano di Roger Peyrefitte, sceneggiato da Cesare Frugoni e Goffredo Parise. Un vero e proprio melodramma che gode di un’atmosfera decadente e morbosa, suadente colonna sonora al piano di un ottimo Vince Tempera, fotografia crepuscolare di un ispirato Nannuzzi, montaggio compassato e lineare del diligente Baragli. Vietato ai minori di anni 18, con visto censura del 1977, sia per un (fugace) nudo frontale di Stefano Patrizi (si vede per un istante il membro virile), che per le effusioni lesbiche delle protagoniste; con il tempo derubricato come divieto ai minori di anni 14. Non è consigliabile la versione televisiva, perché priva di molte sequenze erotiche, tra queste non solo un rapporto sessuale tra Elena e Mattia, ma anche la parte più hot della calda sequenza saffica Muti-Berger. Il film allude anche a un probabile amore omosessuale non consumato tra Mattia e Renato, ed è intriso di un’atmosfera decadente e da una velata accusa ai vizi privati e alle pubbliche virtù di una borghesia collusa con il fascismo.
Tonino Cervi (Roma, 1929 – Rapolano Terme, 2002), figlio del grande Gino Cervi, è produttore di film non commerciali, prestigiosi, diretti da esordienti e autori di talento (La lunga notte del ‘43, La notte brava, La commare secca, Deserto rosso, Boccaccio 70…) e regista in proprio dal 1967 con una manciata di pellicole al suo attivo, tutte dotate di un discreto interesse. Tra i suoi film più noti citiamo Oggi a me… domani a te – western con Bud Spencer – e due pellicole teatrali interpretate da Alberto Sordi (Il malato immaginario, L’avaro). Il suo ultimo film è Il quaderno della spesa, girato poco prima di morire per attacco cardiaco, uscito postumo. Autore di talento, uomo di cinema innamorato del suo lavoro, non ha mai realizzato film inutili con solo scopo commerciale.