Il mondo dei robot

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Il mondo dei robot è un lungometraggio fantascientifico-western del 1973, scritto e diretto da Michael Crichton, regista, sceneggiatore e scrittore, noto per aver scritto il romanzo Jurassic Park (1990) e per aver ideato la serie televisiva E.R. – Medici in prima linea (1994). Considerato da molti un cult, è uno dei primi film a utilizzare la grafica computerizzata per la realizzazione di alcuni effetti speciali, oltre a essere un precursore di tutte le opere incentrate sullo scontro tra esseri umani e robot.

Siamo nel 2000 e sono appena stati inaugurati tre parchi divertimento di ultima generazione: fedeli ricostruzioni storiche del Far West, del Medioevo e dell’antica Roma. Ciascun parco è popolato da androidi, pressoché identici agli uomini, di cui i visitatori possono servirsi per qualsiasi scopo, per quanto riprovevole esso sia. I robot, d’altro canto, sono programmati per sottostare al volere degli uomini e per non poterli in alcun modo ferire.
Ben presto però, a causa di un misterioso virus, questi meccanismi iniziano a mostrare segni di malfunzionamento e gli androidi sono finalmente liberi di scegliere autonomamente come agire. È così che un temibile pistolero robot di Westernlandia (il parco a tema West) inizia a braccare il protagonista con lo scopo di vendicarsi.

Il mondo dei robot non è certo una novità per noi spettatori contemporanei, già preparati all’idea di una possibile ribellione delle macchine e abituati a effetti speciali complessi. Nonostante ciò, il film riesce ancora a intrattenere e a essere complessivamente godibile a quasi cinquant’anni dalla sua uscita. Yul Brynner è il perfetto robot malvagio dal volto impassibile, con lo sguardo glaciale e l’andatura rigida e intimidatoria.
L’originalità della trama e, in particolar modo, l’idea di un luna park futuristico in cui tutto è concesso, è innegabilmente interessante, tanto da aver ispirato la produzione di un sequel (Futureworld – 2000 anni nel futuro, 1976) e di due serie televisive (Alle soglie del futuro del 1980 e Westworld del 2016). Un interessante assaggio degli albori della fantascienza moderna.

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Nata nel 1996 all’Isola D’Elba, Irene Pasotto rimane fortemente legata alla Toscana e ai paesaggi mediterranei, che ama ritrarre dilettantisticamente in foto e dipinti. Laureata in Comunicazione e Società all’Università degli Studi di Milano, vi sta conseguendo anche il titolo magistrale in Corporate Communication. Grazie ai suoi studi pre-universitari e all’esperienza di vita in Germania, che ha caratterizzato gli anni della sua infanzia, parla fluentemente inglese e tedesco. Ha inoltre studiato per cinque anni lingua e letteratura cinese al Liceo linguistico Alessandro Manzoni. Nel tempo libero pratica tennis, yoga e ama immergersi nel mondo delle serie tv, con una predilezione per gli scenari distopici come fonte di evasione dalla quotidianità e di riflessione sulla società spinta ai suoi estremi. Libro preferito: "1984" di George Orwell.

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