Dopo un feroce attentato, l’Enterprise deve affrontare un temibile nemico chiamato Khan che è determinato a eliminare il Capitano Kirk e il suo equipaggio…
Nel 2009 “Star Trek” di J.J.Abrams, famoso creatore di “Alias” e oggi “Fringe”, fu la scommessa della Paramount di rilanciare al cinema la famosa serie di Gene Roddenberry affidandola a un team di autori che con “Lost” aveva realizzato il “fenomeno televisivo™” di ABC. Investendo anche su un cast di nuovi e giovani attori, in parte conosciuti, che dovevano sì ricordare il passato ma proiettarsi nel (loro) futuro, per tornare alle origini di un fenomeno mediatico che per quarant’anni ha accompagnato generazioni di spettatori.
La scommessa fu vinta e subito si era messo in cantiere il progetto di un nuovo film che, dopo svariate riscritture, finalmente esce e conferma la direzione presa col precedente. La ricetta di “Into Darkness” è molto semplice: tanta azione e ironia spezzata da scene drammatiche, un senso di universo con sfoggio di fantasiose ambientazioni e non di soli vuoti corridoi di astronavi e plance di comando, termini “nerd/scientifici” ridotti al minimo e personaggi che ti appassionano interpretati da attori che ti guidano piacevolmente nella storia fino in fondo. I puristi storceranno il naso a qualche concessione come uno Spock diventato protagonista quasi assoluto quanto lo è Wolverine negli X-Men, mettendo così in ombra anche lo stesso Capitano Kirk, ma è il fascino dei Vulcaniani: le orecchie a punta sono troppo sexy!
Al secondo film la nuova serie diventa ancora più appassionante: mondi alieni primitivi, paesaggi della Londra del futuro, un inizio che ricorda Indiana Jones e un finale che quasi trasforma Spock in un eroe vendicativo. “Into Darkness” fa anche scoprire che l’Enterprise è come una vecchia automobile che può ripartire con un calcio ben assestato e che gli operatori telefonici del futuro permettono chiamate intergalattiche di ottima qualità ricevute in una discoteca aliena con musica a tutto volume. Con piacere si rivede Peter Weller (l’indimenticato Robocop) e il lanciatissimo attore della serie TV della BBC “Sherlock” Benedict Cumberbatch, chiamato qui a fare il super cattivo “Khan”. Rimane sempre il noioso vezzo di JJ Abrams di mettere ovunque famigerati effetti luce che fanno sembrare, in alcune scene, di essere finiti in una specie di “Saturday Night Space Disco Fever”.
La nuova trilogia di “Star Wars”, sotto la sua direzione, avrà forse spade laser che manderanno bagliori come le palle da discoteca. John Travolta sarà chiamato a coreografare le scene d’azione e i Bee Gees faranno la colonna sonora. Con la speranza che però si mettano a caratterizzare i momenti drammatici con fantasiosi e sgargianti balletti in stile BollyWood!!! Bàhut badhài! (“Tanti auguri”).