Un vampiro si trasferisce in una vecchia villa abbandonata del New England e subito la tranquilla cittadina di Salem è funestata da misteriosi incidenti e sparizioni. Soltanto uno scrittore ossessionato dagli incubi del proprio passato, un bambino solitario, un prete dalla vocazione in crisi e un medico sembrano aver capito la natura del male, ma combatterlo non sarà facile.
Nella prima parte della sua carriera, Stephen King si dedicò alla “reinvenzione” dei generi canonici della letteratura horror, tanto che firmava gli altri romanzi con uno pseudonimo proprio per sottolineare quanto autonoma fosse la sua rivisitazione: Le Notti di Salem (1975) appartiene a questo momento. L’originalità di King sta nell’aver creato una classica storia di vampiri, nella quale si colgono molti riferimenti al Dracula di Bram Stoker, ma di averla ambientata ai giorni nostri, in un New England che è poi diventato scenario prediletto dello scrittore e, soprattutto, di aver dato al vampiro Straker l’aria e le mosse più di un pazzo serial killer che quelle decadenti e seducenti dei vampiri cinematografici, o quelle “tradizionalmente” spaventose della letteratura ottocentesca. Più convenzionale, anche se estremamente efficace, la caratterizzazione dei “buoni”, tormentati, deboli, ma con il “cuore al posto giusto”.
Il titolo italiano dimostra come il cammino che doveva sdoganare il grande scrittore dalla letteratura di “genere” fosse, negli anni Novanta, ancora da compiersi, ma la traduzione è comunque efficace.
In sostanza, un romanzo che ormai è diventato un classico, e che piacerà sicuramente a chi ha amato King dall’inizio (meno, forse, a chi ha incominciato a leggerlo dai tempi del Miglio Verde) e a chi ama la letteratura gotica di stampo più ortodosso.
Da leggersi di giorno!