In un futuro distopico dominato da rigidi apparati militari, il tenente Joseph Lovato, un brillante scienziato, viene scelto come cavia per testare un innovativo “tunnel quantico” progettato per il trasporto istantaneo di materia attraverso lo spazio. Ma l’esperimento, carico di aspettative scientifiche e pressioni politiche, prende una piega inaspettata: invece di trovarsi nell’ambiente previsto, Lovato riappare in una realtà alternativa.
In questo nuovo mondo le gerarchie militari sono scomparse, sostituite da comunità decentralizzate e cooperative, fondate su principi di mutua assistenza e sostenibilità. Lovato si confronta con un sistema sociale radicalmente diverso, che contrasta nettamente con la società autoritaria da cui proviene (la nostra).
Qui, accolto con diffidenza ma anche con interesse, si unisce a un team di scienziati che lavorano su tecnologie simili al tunnel quantico e insieme lavorano sulle implicazioni teoriche e pratiche del “reverse entanglement” e delle possibili interferenze tra universi paralleli. Tuttavia, la sua presenza in quella dimensione gli pone interrogativi inquietanti: gli sarà possibile tornare al suo mondo? E, soprattutto, vuole davvero farlo?
Stefano Carducci e Alessandro Fambrini intrecciano abilmente scienza, filosofia e narrativa in un viaggio che ci cattura da subito con un’atmosfera sospesa tra il reale e l’insondabile, e ci guidano in un futuro tanto plausibile quanto inquietante.
I personaggi sono costruiti con straordinaria profondità per lo spazio limitato in cui agiscono, e i dialoghi, attraverso i quali si confrontano sul proprio destino, si fanno specchio dell’eterna lotta tra il progresso tecnologico e le sue implicazioni etiche e sociali. Attraverso i dubbi e l’evoluzione di Lovato, ci troviamo a riflettere sul significato della responsabilità scientifica e personale, e sul fragile equilibrio tra libertà e controllo.
La transizione tra i due mondi non è soltanto un espediente narrativo, ma anche un mezzo per approfondire le differenze radicali tra società autoritarie e modelli utopici, tra la brutta china che sta prendendo il nostro mondo e un futuro alternativo, imperfetto ma plasmato su principi collettivi.
Un punto di forza del racconto è la capacità di rendere comprensibili concetti scientifici affascinanti ma complessi, come l’entanglement quantistico e il teletrasporto.
La scrittura è elegante e densa, in grado di evocare immagini potenti mantenendo alta la suspense fino alla fine, e l’ambientazione è descritta con grande precisione visiva.
L’infinita leggerezza dei quanti è una lettura imperdibile per chi ama la fantascienza intelligente, capace di stimolare il pensiero: tra scienza avanzata, dilemmi etici e riflessioni sul potere, i due autori intrecciano una trama in cui le scelte individuali si scontrano con il destino collettivo, e aprono uno squarcio di coscienza sia sul potenziale positivo che sui pericoli della tecnologia nel ridefinire l’umanità.