Piergiorgio Pulixi – Per mia colpa

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Con Per mia colpa Piergiorgio Pulixi esordisce nel Giallo Mondadori, dopo il grande successo dei suoi precedenti thriller e l’assegnazione di diversi importanti premi letterari tra i quali il Premio Scerbanenco 2019 per L’isola delle anime.
Ambientato a Cagliari, come la maggior parte dei suoi ultimi romanzi, ci presenta una nuova protagonista, la vicecommissaria Giulia Riva, una donna con un modus operandi molto diverso da quello che di solito viene insegnato alla Scuola Ispettori, dove sono richieste impassibilità e una particolare attenzione a non farsi coinvolgere emotivamente. Giulia però non intende sottostare a queste regole, ma piuttosto assecondare la propria indole di donna e investigatrice, entrando nella pelle, nei pensieri più profondi e nell’anima stessa delle vittime e dei carnefici sui quali indaga.
Coinvolta in una relazione con un suo superiore, sposato e con figli, Giulia soffre per la situazione instabile. Il suo più grande amico è l’Ispettore Flavio Caruso, romano, divertente e capace, che è stato il suo mentore agli esordi: un bravissimo poliziotto che, dopo un evento traumatico, non è più riuscito a risalire la china ed è sprofondato nell’alcolismo, dal quale sembra non poter più riemergere.
Durante l’interrogatorio di un’avvocatessa che ha ucciso l’amante del marito, che la tormentava con uno stalking continuo e opprimente, Giulia decide di dare un taglio al suo rapporto clandestino e di farsi trasferire lontano da Cagliari per cercare se stessa e capire quali sono i suoi reali desideri, non prima di aver tenuto fede a una promessa strappatale da una bambina di soli nove anni, Elisa: quella di trovare sua madre, scomparsa da oltre un anno.

Il caso di Virginia Piras, moglie e madre esemplare, vita irreprensibile, bravissima traduttrice ed editor di libri per bambini, è in effetti già un cold case su cui nessuno indaga più, un caso che era stato affidato all’amico e collega Caruso.
Con determinazione, grande concentrazione e un pizzico di fortuna, Giulia riesce a dipanare una storia sotterranea e invisibile a occhi meno attenti dei suoi, facendosi totalmente coinvolgere dall’indagine e operando un processo fortemente empatico di parallelismo tra le vicende della donna scomparsa e le infelicità legate alla propria situazione personale.

Come in un grande gioco pirandelliano di maschere e volti, vengono scoperchiati i punti deboli di tutti i protagonisti, i sensi di colpa che ognuno si trascina dietro come pesanti fardelli, ogni errore e fragilità. Saranno proprio queste debolezze, spesso condivisibili, a trascinarci nelle loro vicende, grazie anche alla profonda conoscenza dell’animo umano che Pulixi dimostra di avere, in particolare quella dell’animo femminile.
I capitoli brevi; la scrittura sempre elegante e misurata; gli indizi disseminati qua e là con molta maestria; la mancanza di eclatanti e improvvisi colpi di scena che non minano la suspense ma accrescono l’interesse per la storia e per tutti (nessuno escluso) i personaggi implicati; le descrizioni di una Cagliari sempre magica e stavolta appena accennata ma di grande suggestione; le riflessioni personali che i pensieri dei protagonisti ci suscitano, obbligandoci a considerazioni riservate e intime, tanto spesso dissimulate, ne fanno un thriller psicologico raffinato, sicuramente di alto livello e di abile conduzione.
Un finale inaspettato e commovente ci porta oltre la conclusione dell’indagine, in un territorio dove il sentimento umano è la carta vincente per trovare il coraggio di andare avanti e consolidare la forza di vivere, superando certi “peccati” che il più delle volte ci attribuiamo ingiustamente, con tutta la severità che molto spesso usiamo dedicarci nel giudicare noi stessi e con tutte le difficoltà che abbiamo nel perdonarci anche ogni più piccolo errore.

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