Stefan Zweig – Novella degli Scacchi

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Una nave percorre l’Oceano Atlantico, da New York a Buenos Aires. Un piccolo mondo chiuso con alcuni personaggi peculiari. Uno su tutti: un grande campione di scacchi di umili origini, al momento “il” campione di scacchi, Mirko Czentovic. Da subito Zweig mescola realtà e fantasia e al nome del suo campione da romanzo affianca i nomi dei veri campioni del passato.
La voce narrante è quella di un passeggero che ha solo questo ruolo, tutto sommato secondario. Il protagonista/antagonista di Czentovic apparirà invece dopo molte pagine, e darà vita al cuore della Novella vera e propria. Un confronto sulla scacchiera che serve come metafora narrativa per ambientare lo scontro tra la civiltà Mitteleuropea ed il Nazismo. La tensione del racconto è altissima, non si riesce a fermarsi fino all’ultima pagina.
È importante capire chi ha scritto questo breve racconto e quando l’ha fatto.
Stefan Zweig era uno scrittore famosissimo nell’Europa degli anni ’20 e ’30. Incarnava lo spirito della Mitteleuropa. Scrisse moltissimo, soprattutto saggi, biografie e testi di approfondimento. Negli anni ’30 vede approssimarsi il Nazismo, che spazza via con la sua violenza tutto ciò in cui Zweig credeva. Si rifugia in Inghilterra.
Nel 1942 si allontana ancora di più, attraversa l’Oceano con una nave (da qui probabilmente l’idea dell’ambientazione) e si rifugia in Brasile con la seconda moglie. Qui scrive la “Novella”, ma non riesce a superare il dolore della perdita del “suo” mondo, che aveva descritto e impersonato così intensamente, e si suicida, insieme alla moglie.
Questo concatenarsi di eventi regala alla “Novella” uno spessore nuovo. Diventa un racconto intenso, anche se breve, e simbolico della vita dell’Autore e delle sue aspirazioni, dei suoi sogni, dei suoi dolori.
Il Fascismo ha avuto un movimento antagonista, la Resistenza. Invece Zweig incarna l’unica forma di resistenza conosciuta al Nazismo, l’eroismo dei singoli. Con lui mi piace ricordare Hans Fallada e Sophie Scholl, veri martiri moderni.
È consigliabile leggere la prefazione soltanto dopo aver letto la Novella. I personaggi vengono contestualizzati e “interpretati” con precisione e rigore, ma la lettura “al buio” è certamente più coinvolgente.

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