Marisa Fasanella – Nina

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Tra il 1917 e il 1918, con la Prima guerra mondiale sullo sfondo, un ufficiale medico senza nome, Uomo prima di qualsiasi altra cosa, giunge in un anonimo paese della Calabria con tutto l’impeto dei propri ideali. La prima ad esserne travolta sarà Nina, la bellissima moglie “comprata” del feudatario Jacopo Degli Armenti, avido e crudele, specchio antico dei più moderni imprenditori senza scrupoli.
Tra Nina e l’Uomo senza nome nasce una passione travolgente, giocata non solo sui sentimenti, ma anche e soprattutto sulla lotta contro l’oppressione in un luogo emblematico dove con il sopruso e con la violenza si ottiene tutto, si vince sempre e si resta impuniti. Come nel leggendario Far West, omicidi, ricatti, vessazioni, connivenze, potentati e razzie sono all’ordine del giorno, e sarà proprio Nina, donna in ostaggio del marito, della sua famiglia e di un’infame serva complice, ad alzare la testa e a cercare di fare la differenza in una terra dove la speranza sembra non avere più dimora.
Tra ideali rivoluzionarti e aneliti di libertà, tra desideri e illusioni, la vicenda si dipana fervida e appassionante fino all’epilogo inevitabile, laddove il dramma si apre a una dolorosa ma intensa possibilità. E che sia chimera od occasione sarà la Storia a decretarlo.

In una narrazione a due voci, una in terza persona e una in prima (le lettere di Nina), scritto con il linguaggio denso dell’asperità di quelle terre, duro e secco, scabro ma fecondo, l’autrice compone un’opera di ineluttabile bellezza. Con uno stile ben raffinato, curatissimo e per questo estremamente scorrevole, Marisa Fasanella scrive un romanzo straordinario, coinvolgente e pasionario, che va ad ascriversi alla grande narrativa del Sud, al pari del suo conterraneo Cataldo Russo con il suo I recinti di Don Pietraviva.
Le parole acute e precise, aguzze, nulla lasciano al fraintendimento, e sobillano quel desiderio di ribellione che sempre coviamo dinnanzi alle prepotenze e alle ingiustizie calate dall’alto, da quel potere sempre detenuto nelle mani di pochi, iniqui privilegiati. Un romanzo storico e attualissimo, di quelli che, una volta letti, non si dimenticano. Memorabile nel senso più virtuoso del termine.

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Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021) e "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022, insieme a Viviana E. Gabrini). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.

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