“12 dicembre 1969. La perdita dell’innocenza” di Luigi Lusenti e Fabio Sottocornola è un libro che affronta un tema molto importante nella storia recente d’Italia, ovvero la stagione dello stragismo, che ha segnato profondamente il Paese.
Attraverso una ventina di testimonianze, gli autori cercano di capire che cosa significhi per un Paese e per i suoi cittadini vivere con un ricordo così terribile e che non sembra mai archiviato, anche a causa delle mancate risposte istituzionali: una prospettiva unica sulla strategia della tensione che ha avuto l’obiettivo di fermare lo sviluppo democratico del Paese e che ha causato la morte di molti, troppi cittadini innocenti e la messa sotto accusa di persone che nulla c’entravano con la strage, primi fra tutti Giuseppe Pinelli e Pietro Valpreda.
Gli autori raccolgono i ricordi, le testimonianze e le riflessioni di coloro che erano presenti all’epoca e di chi è venuto dopo, cercando di comprendere come questo evento abbia orientato spesso le scelte individuali e collettive dei milanesi, in primis, e degli italiani in genere. Tra questi l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, l’attore Luca Barbareschi, la parlamentare Susanna Camusso, il giornalista Ferruccio De Bortoli, il vicepresidente dell’Associazione delle Vittime della strage di piazza Fontana Matteo Dendena, il giornalista Luca Levati, l’avvocato Gaetano Pecorella, il parlamentare Giuliano Pisapia, il magistrato Guido Salvini.
Il libro è ben scritto e ben documentato, e offre una panoramica completa degli eventi che hanno segnato quel momento fatidico della storia italiana. La narrazione è coinvolgente e le testimonianze degli intervistati sono commoventi, toccanti.
“12 dicembre 1969. La perdita dell’innocenza” è un libro che consiglio a chiunque voglia approfondire la conoscenza di uno dei periodi più bui della storia italiana. Gli autori offrono una prospettiva nuova e interessante su questo argomento, che aiuterà i lettori a comprendere meglio il contesto storico in cui si sono svolti gli eventi e il loro impatto sulla società italiana. Perché la memoria è un elemento fondamentale del nostro essere cittadini.