La giovane Bolanle ha avuto un’adolescenza tormentata e desidera fuggire da una famiglia oppressiva, così accetta la corte di un uomo ricco, affettuoso ma maldestro, ancorato alle tradizioni arcaiche e quindi orgogliosamente poligamo, che vorrebbe farne la sua quarta moglie: l’arrivo di Bolanle – giovane, bella, laureata e forse sterile – nella grande famiglia di Baba Segi crea un forte scompiglio e suscita immediatamente l’ostilità di due delle altre mogli, poiché in gioco c’è la custodia di un segreto dalla cui sicurezza dipende interamente l’armonia del gruppo.
Godibile racconto a metà tra la commedia nera e il dramma, Prudenti come serpenti si segnala non solo per lo stile accattivante col quale è scritto – un perfetto mix di humour inglese e toni da saga leggendaria – ma anche perché propone un ritratto della Nigeria contemporanea, facendo emergere l’immagine di un grande Paese dilaniato da forti contraddizioni, tra attaccamento ad anacronistiche tradizioni dal forte carattere identitario e desiderio di modernità e apertura al mondo; un Paese nel quale “l’Okonkowo di turno” è giustamente messo a tacere da un sagace ginecologo e dove le donne avanzano pretendendo e ottenendo, inesorabilmente, il loro posto in una società che fino ad ora le ha sempre inquadrate esclusivamente nell’ottica di mogli e madri, mentre la scienza moderna si scontra ancora col potere di stregoni, demoni e maledizioni.
Un’ottima lettura per chi abbia voglia di confrontarsi con una tradizione narrativa poco nota e desideri gettare uno sguardo, al di là dei pregiudizi o delle conoscenze sommarie, alla realtà di un Paese come la Nigeria, destinato a giocare un ruolo non indifferente nell’equilibrio socio-economico e politico dell’Africa (e forse del mondo) del XXI secolo.