Joe Haldeman – Guerra eterna

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Molti scrittori di fantascienza hanno immaginato come sarebbe stato il mondo nel 2000, data che appena trent’anni fa appariva ancora lontanissima e “fantastica”: nel 1950, Heinlein immaginava un pollo in tavola e un baiocco in tasca per ogni cittadino; Dick vedeva un mondo in cui i criminali venissero arrestati prima ancora di commettere il reato; Haldeman immaginava un futuro occupato da una guerra infinita.
Oggi che il 2000 è già passato, si può facilmente vedere come ad avverarsi sia stata quest’ultima previsione: qualche guerra è sempre attiva da qualche parte del mondo, facendo sì che sia l’idea di pace a essere fantascientifica.
Da queste premesse (non solo da queste, però) parte lo spiazzante romanzo di Joe Haldeman, in cui si immagina che la scoperta del balzo iper-spaziale sia anche l’occasione per entrare in contatto con una razza aliena misteriosa, con la quale l’umanità scatena immediatamente un conflitto. I soldati chiamati a combattere questa guerra violenta e durissima attraversano i decenni in pochi mesi, per effetto dello sfasamento iper-spaziale, facendo trascorrere i secoli in esercitazioni e letali attacchi alla cieca contro un nemico col quale non c’è modo di comunicare. Intanto l’umanità si evolve, la società cambia al punto da rovesciare completamente il ruolo che uomo e donna hanno al suo interno, con conseguenze grottesche.

Scritto nel 1974, Guerra Eterna è considerato un grande romanzo di fantascienza i cui velati riferimenti però vanno alla guerra del Vietnam, all’epoca sul punto di concludersi e al rapporto dell’America coi suoi veterani, il cui senso di straniamento è parafrasato dalle condizioni, al limite dell’assurdo, in cui vivono i soldati del 3100.

Un romanzo ancora molto attuale, che può contare su una prosa scorrevole e un buon ritmo di lettura: adatto agli amanti della fantascienza e a chi cerca spunti di riflessione.

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