Joan Didion – Prendila così

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Maria è un’attrice dotata di un modesto talento, che non le è bastato per sfondare a Hollywood; trascorre così la sua vita tra feste a Las Vegas e polverosi set, per lo più al seguito di un marito altrettanto annoiato o di amici dall’incerto equilibrio psichico, sognando la normalità di una famiglia.
Maria è una donna distrutta, sola e priva di aneliti, ma il romanzo non racconta il suo riscatto, piuttosto descrive la sua resa incondizionata: consapevole che ogni momento della vita, bello o brutto, va preso e analizzato nella sua singolarità, ha coscientemente deciso di smettere di lottare, di nutrire aspettative o anche solo sentimenti, scegliendo di farsi trasportare dalla corrente e adeguandosi, di volta in volta, alla situazione in cui la bizzarria del caso la fa trovare.

Prendila così è un libro che ha il sapore della polvere del deserto nel quale è ambientato, e descrive personaggi aridi e annoiati, con i quali è difficile entrare in empatia perché ci trasmettono tutto il loro “male di vivere” in un mondo fasullo come i set di cartapesta o le accecanti luci di Las Vegas, dove il gioco d’azzardo è la perfetta metafora esistenziale per individui che risultano sempre perdenti.
La prosa di Joan Didion è precisa, senza artifici o fronzoli; l’autrice fa emergere i personaggi in maniera netta, quasi chirurgica, senza che dietro si nasconda un non detto o un’ambiguità, per meglio far risaltare il vuoto palcoscenico sul quale si muovono.

Una lettura di alta qualità che, come tutti i romanzi che sanno descrivere così efficacemente l’animo umano, può metterci a disagio.

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