Leviathan. Il risveglio (titolo originale Leviathan Wakes), primo volume della saga The Expanse di James S. A. Corey, mescola abilmente space opera e hard science fiction, dando vita a un thriller politico piuttosto avvincente, ambientato in un sistema solare ormai colonizzato dall’umanità e diviso, ça va sans dire, in fazioni contrapposte.
La storia segue due linee narrative principali. Da un lato abbiamo Jim Holden, ufficiale di una nave cargo, che s’imbatte in un misterioso relitto e in un segreto capace di destabilizzare l’intero sistema solare. Dall’altro lato c’è il detective Miller, un uomo disilluso incaricato di ritrovare una giovane donna scomparsa, Julie Mao, il cui destino s’intreccia con eventi di portata galattica. Tra battaglie spaziali, cospirazioni e un’orrenda minaccia biologica sconosciuta, Holden e Miller si trovano al centro di una crisi che minaccia la fragile pace tra la Terra, Marte e la Fascia degli Asteroidi.
Uno degli elementi più affascinanti del romanzo è la sua costruzione politica. Il sistema solare è diviso tra tre principali potenze: la Terra, decadente e sovrappopolata, governata dalle Nazioni Unite, che faticano a mantenere il dominio; Marte, potenza emergente con una società militarizzata e tecnologicamente avanzata, determinata a costruire il proprio futuro e la propria indipendenza; l’Alleanza dei Pianeti Esterni (O.P.A.), un gruppo ribelle di coloni e lavoratori della Fascia che lotta per l’indipendenza e il riconoscimento dei propri diritti. La tensione geopolitica è il cuore pulsante del romanzo: gli autori (James S. A. Corey è lo pseudonimo utilizzato da Daniel Abraham e Ty Franck, che scrivono a quattro mani) mettono efficacemente in campo le dinamiche tra imperialismo, oppressione coloniale e lotta per l’autodeterminazione, il che rende l’universo narrativo di The Expanse credibile e stratificato, oltre che vicino all’attualità.
Il Leviatano del titolo può essere interpretato in diversi modi. Sicuramente il sottotitolo “Il risveglio” si riferisce alla protomolecola, l’organismo alieno capace di mutare e trasformare la vita umana in modo terrificante, una minaccia sconosciuta e incontrollabile, proprio come il mostro biblico. Allo stesso tempo può simboleggiare le tensioni tra le superpotenze del sistema solare, pronte a scatenare una guerra totale. Oppure al lato oscuro dell’umanità stessa, combattuta tra la ricerca della verità e la brutalità del potere, tra il cinismo e l’idealismo.
Pur concedendosi qualche libertà narrativa, il romanzo mantiene una base scientifica solida, soprattutto per quanto riguarda la fisica del volo spaziale e gli effetti della gravità (o della sua assenza). I due protagonisti, il capitano idealista Jim Holden e il disilluso detective Miller, incarnano due visioni opposte della giustizia e della verità, contribuendo a creare una sottotrama interessante. I momenti di indagine e mistero si alternano con altri di azione spettacolare e di tensione horror, riuscendo a leggere la lettura coinvolgente, e l’idea di unire elementi di space opera, thriller investigativo e horror cosmico è molto efficace.
Tuttavia, lo stile, chiaro e scorrevole, è privo di particolari guizzi letterari, un’anonimità tipica di molta narrativa di genere ma che non giova ha un romanzo dalle potenzialità molto più ampie. Invece rimane più un’opera d’intrattenimento che una riflessione filosofica sulla condizione umana, a differenza di altri classici della fantascienza.
Un romanzo teso, con intrighi articolati e un ritmo incalzante, adatto sia agli amanti della fantascienza avventurosa, sia di chi cerca storie con una solida base sociale e politica. Un inizio ben costruito per una saga che darà il suo meglio con il secondo episodio, Caliban. La guerra.
