Fabio Paglieri – La disinformazione felice

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“La disinformazione felice. Cosa ci insegnano le bufale” è un libro che tutti dovrebbero leggere, sia chi dissemina le bufale in rete, con maggiore o minore buona fede, sia chi si danna a tentare di smontarle con un’opera certosina di fact checking.

L’autore comincia con una disamina delle principali bufale del passato (eh sì! perché le bufale sono sempre esistite), a partire dall’aneddoto che attribuisce a Empedocle l’affermazione che in alcune caverne della Sicilia furono trovate testimonianze fossili di una stirpe di uomini giganteschi oggi scomparsa. Si tratterebbe dei Ciclopi di cui parla Omero! Questa bufala circolava da tempo immemorabile, rimbalzando attraverso le opere di autori famosi. Pensate che si dice che ne abbia parlato persino Boccaccio! Si dice… Ad ogni modo questa, che ovviamente si è rivelata una bufala, è arrivata sino a tempi recenti: nel 1934 Othenio Abel, paleontologo austriaco, fu il primo ad attribuire con certezza a Empedocle l’affermazione, mentre in precedenza ci si teneva un po’ sul vago. Negli anni Quaranta del secolo scorso Willy Ley, uno dei primi storici della paleontologia, ripescò il mito dei Ciclopi e aggiunse l’affermazione che Boccaccio avesse citato Empedocle, cosa peraltro non vera. Se volete svelato l’arcano dovete leggere l’interessante scritto di Paglieri che, con grande leggerezza, affronta un tema di particolare attualità.

Altre grandi bufale ci sono state nel passato, basti pensare alla Donazione di Costantino… E il libro le analizza con accurata ricerca e una buona dose di ironia, sottolineando che tutto questo accadeva quando internet non esisteva.

E oggi? Come spiegare la diffusione della disinformazione online? È attribuibile ad una crisi della deferenza verso gli esperti, a sua volta fondata su un frainteso ideale di democrazia epistemica: la convinzione secondo cui ogni opinione ha esattamente lo stesso valore, a prescindere dalle credenziali conoscitive di chi la formula.

È chiaro che Paglieri ha una visione ottimistica – del resto si comprende dal titolo – e ritiene che le bufale siano un patrimonio da valorizzare e possano rappresentare un allenamento alla riflessione critica.
Io però non sono d’accordo; e voi?

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Gloriana Orlando ha insegnato per diversi anni “Materie Letterarie e Latino” nei licei di Catania, sua città natale, dove tuttora vive; adesso si dedica a tempo pieno alla scrittura, collaborando con alcune riviste culturali. Ha pubblicato una decina di romanzi, tra cui “Profumo di papaveri”, tradotto in rumeno, “Quizás quizás quizás. Un romanzo epistolare”, “Alienor, facebook ergo sum” sul mondo della comunicazione virtuale, “E noi sull’illusione...”, un giallo psicologico, “Il filo del tempo”, con cui ha vinto il Premio Internazionale Nino Martoglio, “Un inconfessabile segreto”. Numerosi racconti sono entrati a far parte di importanti antologie tra cui “Saluti a Dickens”, pubblicato in tre lingue, inglese, italiano e bulgaro dalla casa Editrice Scalino di Sofia. Tra i numerosi saggi pubblicati, “La ricerca di una via d’uscita dallo sgomento di vivere” ha partecipato al Premio Letterario Nazionale Sebastiano Addamo. Il saggio su De Roberto dal titolo “Dalla Beata Ximena a don Blasco. Figure di religiosi ne ‘I vicerè’ è stato inserito nel IV volume di un’antologia della critica dal titolo “Letteratura e Sacro”, edito da Bastogi Libri. Nel V volume della stessa antologia è stato inserito il saggio dal titolo “Italo Calvino: il ‘broglio metafisico’ di uno scrutatore”. Dallo spagnolo ha tradotto “Libro de los regresos” di Daniel Salguero Díaz, “Un regalo de Navidad rojo” di Reynold Pérez Vásquez.

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