Siamo lieti di annunciare l’uscita dell’antologia di racconti Niente per cui uccidere. Storie di guerra, curata da Heiko H. Caimi e Viviana E. Gabrini. Questo volume raccoglie le voci di 43 autori (tra cui alcuni collaboratori di Inkroci) che, come il disertore della celebre canzone di Boris Vian, rifiutano ideologicamente di imbracciare le armi, schierandosi fermamente dalla parte della pace.
Niente per cui uccidere, titolo ispirato a un verso della canzone Imagine di John Lennon, presenta una varietà di narrazioni che spaziano tra storie vere e di altre pura invenzione, intrecciando passati recenti e futuri distopici. In tutte queste storie, la guerra emerge come una sconfitta universale. Le guerre passate e future sono analizzate nella loro disumanità e nella loro funzione di definizione del potere, e gli autori si fanno portavoce di un messaggio chiaro: solo il superamento di ogni tipo di conflitto può definire civile il mondo in cui viviamo.
Il tema della guerra è antico quanto l’umanità stessa, eppure rimane tristemente attuale. Gli orrori, le ingiustizie, le violenze e il dolore delle guerre sono stati raccontati innumerevoli volte, ma la necessità di rinnovare, anche attraverso la narrativa, questa coscienza è più urgente che mai. Mentre pensavamo di esserci lasciati alle spalle le atrocità belliche dopo il secondo conflitto mondiale, ci ritroviamo sull’orlo di un terzo.
L’antologia nasce dall’esigenza di affrontare questo fantasma atroce e spietato che condiziona la nostra esistenza quotidiana. Come nei versi di Bertolt Brecht, la guerra è un film di cui conosciamo già il finale: morte, distruzione e povertà. Ed è un affare per pochi: possiamo travestirla da guerra di religione o da operazione per “esportare la democrazia”, ma ciò che la muove è l’interesse economico, com’è testimoniato dalle macerie lasciate in nazioni come l’Iraq, trent’anni dopo quella che venne definita la prima guerra mediatica.
I racconti presenti nell’antologia includono storie di pura invenzione e storie di vita vissuta. Alcuni autori hanno attinto ai ricordi familiari della seconda guerra mondiale, l’ultima combattuta sul nostro territorio nazionale, rendendo quel conflitto ancora vicino, nonostante il tempo trascorso. Altri hanno voluto puntare il riflettore su altri conflitti che ci hanno più o meno coinvolti o su quelli che potrebbero attenderci. Ma tutti ci fanno sentire cosa significa essere nel mezzo di un conflitto.
L’antologia è dedicata ad Attilia Vicini, che è scomparsa prima di concludere il racconto che si sentiva in dovere di scrivere, Bombe e confetti.
“Ringraziamo tutti gli autori che hanno partecipato a questa impresa utopica, nella quale crediamo fermamente” dicono i curatori dell’antologia, Heiko H. Caimi e Viviana E. Gabrini. “Essere contro la guerra significa essere per il rispetto della vita, propria e altrui, e per l’abbattimento di quei confini mentali e politici a cui una logica egemonica e guerrafondaia vorrebbe costringerci. Vi invitiamo a leggere le voci composite di questa raccolta e a unirvi a noi in questa battaglia per la pace”.
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