CAMPI DI NURAGHI
In memoriam Seamus Heaney
Quando ti seppellirono a Bellaghy
Ero altrove, quaggiù
Ad Alghero, risalendo i campi di nuraghi
Dove furono apposte pietre su pietre,
La vita cambia poco, i cespugli si piegano
Ai modi dei venti, le pecore a riposo,
I pomodori, i fichi sono esposti a seccare.
Lassù con le piante,
gli animali e il vento,
Raccolsi more in tuo onore,
Diedi voce ai versi della poesia:
Ogni anno speravo che si sarebbero conservate, sapevo di no.
Discendendo dalla collina, accesi una candela
Alla Chiesa Misericordiae, intinsi il dito
Nella fonte della compassione.
LA MADONNA NERA DI NESSEBAR
Lei è una perla del Mar Nero, avvolta nel sudario
Di affreschi, imbozzolata in dolce incenso profumato,
Illuminata da numerose candele. E’ stata
Costretta al silenzio per lungo tempo, tempi in cui Dio
Latitava dalla terra. È scura, il suo volto
Ha radici nel sole, le fiamme del rogo ancora
Le tingono la carnagione.
La riconosco
Nei visi delle donne anziane, occhi chiusi,
Labbra che si nutrono di preghiere. La sento nei ritmi
Dei bambini a scuola, nel chiacchiericcio dei gabbiani
Sui tetti. Lei è quella con le immagini
Dei morti lasciati appesi alle porte, ai muri, agli alberi…
Insieme con le strisce di pesce salato a seccare nel vento.
Ogni strada acciottolata porta a lei, ed al mare.
© dell’Autore
Traduzioni di Silvia Accorrà