La città inespugnabile
Come la Troia di Schliemann, per Nina Berberova le città del futuro sono fatte a strati. Diversamente dalle città antiche risultano tuttavia invincibili: l’uomo vi è ridotto a ingranaggio come nei Tempi Moderni di Chaplin.
Il protagonista del racconto, un modesto aiuto-contabile, fantastica di avere in pugno l’invenzione del secolo, in grado di donare a tutti spazio e tempo nel brulicante alveare: moltiplicare le ore di lavoro e aggiungere alle città piani sotterranei, ma anche rendere i ragionamenti chiari e diretti per non perdere tempo in incomprensioni. La fantasticheria, che è già un miracolo in sé, aiuta il giovane a superare l’incubo di tre giorni di ferie. Se la natura è sparita nella follia della produzione senza freni, resta in extremis almeno l’amore. E non si tratta di un cavallo di Troia da poco.
Un racconto di fantascienza sociale delicato, dal tocco tipicamente femminile.