A che ora è la fine del mondo?
È più facile immaginare la fine del mondo o la fine del capitalismo? Dal punto di vista del mercato, ogni istinto, desiderio, necessità, spostamento, gusto dell’essere umano a nient’altro corrispondono se non a una “domanda” da soddisfare con una “offerta”. L’offerta può essere economica o di lusso, può venire prodotta rispettando l’ambiente e i diritti dei lavoratori o sfruttandoli: non è importante.
Ciò che conta è che siamo tutti consumatori e quindi ci sarà sempre una domanda a tener vivo il sistema, giusto o sbagliato che sembri. E anche quando si tenta una ribellione, si finisce subito per venire nuovamente inquadrati: una ribellione, infatti, è solo una nuova domanda da soddisfare con una nuova offerta (che diventerà una nuova moda). È questo il principio generale che Mark Fisher ha analizzato, fornendo esempi tratti dalla vita quotidiana e dalla cultura pop, nel suo agile ma fondamentale librino: Realismo capitalista. Un manualetto davvero consigliabile a tutti per prendere atto dei meccanismi micro e macro economici, micro e macro sociologici che ci circondano: e se crediamo che tutto infondo sia normale, allora che giunga davvero la fine del mondo.